Le 1.361 denunce di morti per lavoro del 2021, che il rapporto annuale Inail ha reso pubbliche ieri, parlano di un aumento del 10% senza considerare quelle provocate dal Covid, mentre le denunce di infortuni complessivi denunciati sono state 564.089, in calo dell’1,4% sul 2020 e, anche in questo caso, la diminuzione è dovuta esclusivamente alla contrazione dei contagi da Covid.
Il calo del 19,2% sul 2020, spiega l’Inail, è dovuto interamente ai decessi causati dal contagio da Covid, passati dai circa 600 del 2020 ai circa 200 del 2021. Le denunce di infortuni mortali “tradizionali” dopo i lockdown e le restrizioni del 2020 sono aumentate di quasi il 10%. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono 685.
Un quadro davvero drammatico, considerata l’attività di prevenzione attiva ormai da 13 anni con il decreto 81, tuttavia tristemente annunciato dalla divulgazione dei dati mensili”, secondo il presidente nazionale dell’Anmil, Zoello Forni.
“Condividiamo lo sconforto della presidente della Commissione lavoro della Camera, Romina Mura, che nel rammaricarsi per l’impossibilità a continuare in Commissione un’attività che ha dato frutti e stabilire interventi da inserire in legge di Bilancio per un lavoro più dignitoso e più sicuro – aggiunge Forni – lancia un appello alle future Commissioni di considerare priorità l’emergenza infortuni e le disparità di genere, settoriali e territoriali, su cui le nuove Camere dovranno tornare a impegnarsi il prima possibile”.
Gli infortuni sul lavoro sono stati 349.643, il 17,5% dei quali avvenuti fuori dell’azienda, cioè in occasione di lavoro con mezzo di trasporto o “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Nel 2020, in particolare, l’incidenza media dei decessi da Covid-19 sul totale di tutti i casi mortali denunciati è stata di una denuncia ogni tre, mentre nel 2021 è scesa a una su sei. Le denunce di infortuni mortali “tradizionali”, al contrario, sono aumentate di quasi il 10% rispetto al 2020, sia nella componente “in occasione di lavoro” che in quella “in itinere”.
In aumento le denunce di malattia professionale, 55.205, in crescita del 22,8% rispetto al 2020. Al 37,2% di queste è stata riconosciuta la causa professionale. Le denunce riguardano le malattie e non i lavoratori ammalati, che sono oltre 38mila, di cui il 40,3% per causa professionale riconosciuta, 948 dei quali con malattie causate dall’esposizione all’amianto. I lavoratori deceduti nel 2021 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 820, il 23,6% in meno rispetto al 2020, di cui 154 per silicosi da amianto
“Quello che chiediamo ai vertici dell’Inail, a fronte dei numeri rappresentati – conclude Forni – è di ricordare che la primaria missione dell’Istituto è la tutela delle vittime che purtroppo, all’indomani di un infortunio, si ritrovano a vivere con gravi problemi e difficoltà che potrebbero essere arginate se solo si migliorasse la presa in carico e si attuassero tutte le azioni possibili per favorire il loro reinserimento lavorativo attraverso progetti e supporti mirati anche con adeguati ausili e protesi all’avanguardia. Perché non basta essere un’eccellenza nella ricerca se poi a beneficiarne sono solo in pochissimi”.