martedì, Dicembre 3, 2024
HomeOpinioniA grandi passi verso il consueto governo di larghe intese

A grandi passi verso il consueto governo di larghe intese

Lo schema è quello classico di tutte le volte. E’ iniziato con la Lega, è proseguito con i 5 stelle e oggi si ripropone con Forza Italia. Da una parte c’è un governo di destra con una maggioranza che non sembra scalfibile.

Nel 94 era con Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega di Bossi, nel 2019 era la Lega con i 5 stelle (che molti considerano ancora oggi, con tragico equivoco, di sinistra), adesso è Fratelli d’Italia con la Lega di Salvini e Forza Italia di Tajani (orfana di Berlusconi padre e proprietà dei Berlusconi figli).

Dall’altra parte c’era nel ’94 il Pds, che nel 2020 e oggi è il Partito Democratico. Si fa leva sul punto debole della coalizione di destra, la Lega di Bossi nel ’94, M5S di Conte nel 2019, oggi con Forza Italia di Tajani.

Partiti che all’interno della maggioranza di destra sono messi ai margini del potere o hanno problemi con il proprio elettorato su dei punti che non riescono a far passare.

Si prende il partito debole della coalizione di destra e lo si convince, con ampia ricompensa di ministri, viceministri, sottosegretari e controllo di enti, a far parte di un governo di larghe intese. Il partito debole di destra rompe l’alleanza con i suoi partner di governo in Parlamento e mette i suoi voti a disposizione della nuova coalizione di larghe intese con il Pd. Et voilà, il gioco è fatto.

Si prende come Presidente del Consiglio un personaggio grigio e non pericoloso per i giochini dei poteri interni ai partiti coinvolti e il governo di destra-destra non c’è più.

Entro un anno finirà così il governo guidato da Giorgia Meloni, le premesse ci sono tutte. Il no a von der Layen in Europa della ducetta ha fatto alzare la testa persino al più filomeloniano dei forzaitalioti, Antonio Tajani: “Ci sono forze politiche, in totale contrasto con quello che pensa la maggioranza dei parlamentari al Parlamento Ue, che sono politicamente ininfluenti”.

D’altronde fu proprio la Banca Centrale Europea di fatto a defenestrare Berlusconi da premier nel 2011 con una forte manovra speculativa sui titoli italiani. Ma non perchè faceva le corna nelle foto di gruppo, piuttosto per i contrasti in quella maggioranza (Pdl= FI e AN + Lega di Bossi) che rendevano lontane le riforme che l’Italia, secondo Bruxelles, avrebbe dovuto compiere per rientrare nei conti. Con il voto contro von der Layen Meloni si è messa sullo stesso binario e sta per arrivare all’ultima fermata.

Inoltre, il duo Salvini-Meloni ha toccato in questi mesi diversi interessi Mediaset, o almeno ci ha provato. Mediaset significa i figli di Berlusconi, ovvero coloro senza i cui soldi Forza italia non esiste.

Se poi vogliamo credere che, come scrive qualche politologo, la questione che divide Marina e Pier Silvio dai due estremisti di destra del governo ruoti intorno ai diritti civili, possiamo farlo soltanto se lo pensiamo come un pretesto che verrà usato per una rottura che renda meno troglodita l’immagine di FI e getti un ponte verso il Pd di Elly Schlein, che dei diritti ha fatto il suo logo.

Forza Italia uscirà dal governo, dove non conta quasi niente, Meloni chiederà nuove elezioni, Mattarella incaricherà un Gentiloni o similare di cercare una maggioranza, Il Gentiloni di turno la troverà e si arriverà a fine legislatura. Il casus belli potrebbe verificarsi già dalla prossima finanziaria, che si annuncia come l’ennesimo massacro per i meno abbienti, di cui però non interessa niente quasi a nessuno, e, soprattutto per l’area di governo, quel ceto medio che s’impoverisce, secondo l’Istat, sempre di più.

“Direzioni consentite destra e sinistra – 1990” by Thedriver02 is licensed under CC BY-SA 4.0.

Da una parte la destra-destra griderà al tradimento. Dall’altra si aprirà un dibattito infinito sull’ennesimo compromesso del Pd.

Di fatto, al momento, comunque la si pensi, è l’unico modo per abbattere il governo di Giorgia Meloni. E quando quelli grossi cadono, per citare le parole messe in bocca da Sergio Leone a Clint Eastwood in uno spaghetti-western, fanno più rumore.

Per tornare a un Paese civile e con un briciolo di welfare è necessario che Meloni e Salvini siano messi nell’angolo. Insieme alle destre estreme in tutta Europa e nel mondo. Un’ondata reazionaria come quella che sta attraversando oggi il pianeta non si era mai vista in queste proporzioni dagli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. Soprattutto dal punto di vista elettorale. E con una rete internazionale che va da Trump a Orban ai neonazisti dell’Afd fino a Marine Le Pen, passando per il sostegno a Putin, Xi Jinping, agli ayatollah iraniani e ad Hamas.

L’unica alternativa in Italia sarebbe stata la creazione di uno schieramento politico in grado di fare proposte all’elettorato mediando tra le diverse istanze, con un programma di Stato Sociale che combatta povertà e degrado dilaganti, mettesse al centro il ruolo degli immigrati nella crisi demografica e previdenziale, restituisse dignità e salari decenti al lavoro, stabilisse il diritto a una vita oltre il lavoro per i cittadini, affrontasse l’emergenza casa che sta mettendo per strada milioni di persone, attuasse un federalismo equo, prendesse in mano la questione meridionale redistribuendo le risorse, fosse drastico nel tassare i super ricchi, reprimesse l’evasione fiscale dei miliardi di euro e non quella degli spiccioli delle partite Iva, portasse queste istanze in Europa come contrasto alla Bce e su queste basasse la sua critica all’Unione Europea dei banchieri.

In Francia con il Nuovo Fronte Popolare ci hanno provato, superando (sospendendo) le divisioni e fermando clamorosamente e contro ogni pronostico la destra reazionaria.

Al momento quello schieramento alternativo non esiste in Italia, mentre la destra dilaga anche culturalmente, s’impossessa militarmente della tv di stato, regala risorse pubbliche dell’editoria come l’Agi ai privati, occupa le posizioni strategiche dei gangli economici sia pubblici che misti.

Stavolta non si tratta di gridare al pericolo fascista. C’è il governo più vicino di sempre a quell’ideologia, non è una minaccia ma la cronaca. E il punto non è l’ideologia ma la pratica empirica.

La scelta di far affogare i migranti, di rendere reato la solidarietà, di togliere sussidi economici a milioni di persone sull’orlo della mancanza di cibo, di contrastare il salario minimo, di non utilizzare il Pnrr per le emergenze sociali, d’imporre con l’autonomia differenziata la separazione del sud dal resto d’Italia, di creare un sistema denominato premierato che ricalca lo scheme delle monarchie.

In mancanza di quello schieramento alternativo assisteremo al ribaltone descritto in apertura di articolo: un governo con al centro Pd e Forza Italia intorno a cui si aggregheranno altri cespugli e cespuglietti a destra e sinistra. E per il momento questo è il più alto atto di umanità possibile.

Di Giov.c – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=131674066
RELATED ARTICLES

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

ARTICOLI CORRELATI