Le situazioni disperate sono davvero disperate solo se fanno notizia o se possono far comodo a qualcuno che va a caccia di visibilità.
Tutti pronti a cavalcare gli eventi drammatici, i personaggi della politica scrutano l’orizzonte come vedette alla ricerca di una opportunità per mostrare occhi artatamente lucidi e trasferire la loro commozione pre e post elettorale.
Il caso delle Vele e del recente crollo è solo uno dei mille esempi della leggerezza con cui i problemi vengono affrontati e – soprattutto – della superficiale conoscenza dei connotati sociali di questo Paese.
Chi è stato costretto ad evacuare la propria abitazione si ritrova dimenticato e il ricordo della passerella di personaggi rivolti più ai flash che alle macerie non può che indispettire e montare la rabbia.
Da una parte la richiesta di un contributo presentata da un totale di 808 persone (tra cui figurano 492 adulti e 316 minori e tra questi 73 disabili), dall’altra l’impegno dell’amministrazione locale finanziariamente in affanno quasi il problema fosse solo napoletano.
L’insensibilità non consente di vedere appieno il problema dell’edilizia popolare che si estende su tutto il territorio nazionale costituendo un’emergenza anche in assenza di cedimenti strutturali o di altri incidenti.
Le questioni cominciano con carenze di censimento degli immobili, che non è né può essere una semplice conta. Alla mappa degli appartamenti con le relative condizioni manutentive si dovrebbe abbinare il titolo abitativo, ripristinando la tanto decantata legalità e cancellando abusi e soprusi.
Uno Stato serio è quello che fa rispettare le sue leggi e il buon esempio deve arrivare dalle sue articolazioni centrali e periferiche. Il malaffare nasce quando l’Autorità costituita non fa il suo mestiere.
In questo caso – prima di pensare a carenze di polizia – il concime della criminalità sono le situazioni in cui il cittadino è abbandonato da chi se ne dovrebbe prendere cura.
Come si può pensare che chi è costretto a vivere in tuguri inqualificabili possa avere ideali, sogni, ambizioni, speranze?
La latitanza istituzionale lascia spazi vuoti che rapidamente vengono occupati dalla camorra e dalle altre organizzazioni che non faticano a prospettare opportunità di “impiego” e di guadagno, manifestando una efficienza incontrastata.
Il disagio e il profondo senso di abbandono sono i migliori fertilizzanti, capaci irrobustire radici che sarà sempre più difficile (o impossibile) sradicare.
Si vada a raccontare ai 73 disabili di qualche riga fa che queste sono solo chiacchiere.
Umberto Rapetto Generale GdF – Fondatore e per dodici anni comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico
Situazione purtroppo generalizzata sul territorio italiano ed in particolare nel sud Italia
L’edilizia popolare ha un carattere oramai di solo intervento “emergenziale” trascurando qualsiasi tipologia di pianificazione o programmazione
Eppure basterebbe semplicemente copiare il passato, rifacendosi al “piano Fanfani” che nel dopoguerra ridiede casa e speranza a molti italiani: girando per Lecce è ancora possibile ammirar i quartieri venuti su all’epoca, con le relative opere di urbanizzazione
Fatevi un giro per le Vele o per il quartiere Zen a Palermo: spazi abbandonati, senza infrastrutture a supporto o spazi ed aree per rendere le abitazioni “aree di quartiere” e quindi vivibili
Praticamente un semplice “parcheggio” x chi nn ha la fortuna di potersi permettere abitazioni in altre aree.
Una riedizione in chiave moderna dei ghetti.
Se poi vi si aggiunge la “mancanza culturale” di chi viene abbandonato in qst aree, x cui la gestione e manutenzione degli alloggi nn spetta a loro, ma “allo Stato/Regione/Comune” allora si arriva facilmente a situazioni come quella attuale, che ovviamente essendo passata ora nn è più di attualità
Le amministrazioni che autorizzarono ed eseguirono queste prigioni urbanistiche dovrebbero essere chiamate a rispondere e spiegare.
Lo Stato delle tre scimmiette? Non vedo, non sento non parlo! Riuscire ad eludere l’obbligo di sorvegliate e di garantire penso sia diventato prassi comune. Come può essere possibile che nessuno si sia accorto del degrado e che nessuno si sia assunto l’onere di esercitate le proprie funzioni. Le sceneggiate si potrebbero omettere così come le partecipazioni post e pre elettorali. In concreto si sono costruito alveari per esseri umani abbandonati al degrado ed alla gestione criminale tanto da farli diventare ingestibili ed invivibili. Le colpe non possono non esserci