Per l’Assegno Unico Universale (AUU) per il sostegno alla famiglia in Italia sono stati erogati dall’Inps 14,8 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2024, che si sommano ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi del 2022.
Ma, oltre ai numeri, emerge una realtà complessa per le famiglie italiane, in particolare per quelle con i redditi più bassi, che continuano a lottare contro il crescente costo della vita, soprattutto in un contesto economico in cui i benefici dell’assegno spesso non sono sufficienti a coprire le esigenze di base.
Secondo l’Osservatorio Statistico dell’AUU, circa 6,3 milioni di nuclei familiari hanno beneficiato dell’assegno per un totale di quasi 10 milioni di figli.
Tuttavia, l’importo medio mensile per figlio, pari a 172 euro nel settembre 2024, varia significativamente in base all’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), con le famiglie a basso reddito che ricevono un sostegno massimo di 224 euro per figlio, mentre quelle con redditi più alti o senza ISEE percepiscono circa 57 euro.
Per molte famiglie in difficoltà economica, i 224 euro rappresentano un aiuto tangibile, ma spesso insufficiente a coprire le spese mensili di un figlio, che includono alimentazione, abbigliamento, istruzione e, in molti casi, costi imprevisti legati alla salute. Secondo alcune stime, il costo medio di mantenimento di un figlio in Italia può superare i 500 euro al mese, una cifra che lascia scoperti centinaia di euro nonostante l’assegno
Un aspetto rilevante dell’AUU è il suo impatto sulle famiglie più povere, che spesso dipendono esclusivamente da questo sostegno. Le famiglie a basso reddito, specialmente quelle del Sud Italia, si trovano in una situazione di difficoltà, poiché l’assegno unico non è sufficiente a coprire le esigenze quotidiane.
Sebbene l’AUU abbia lo scopo di ridurre le disuguaglianze, per molte famiglie, specialmente quelle più vulnerabili, il sostegno offerto non basta a garantire una vita dignitosa. Questo diventa ancora più evidente ora che il Reddito di Cittadinanza non è più disponibile, lasciando un vuoto nel sostegno alle persone più svantaggiate.
Il valore dell’assegno universale varia in modo sensibile a seconda della zona in cui la famiglia vive. Per chi risiede in regioni come Lombardia o Veneto, l’assegno può coprire solo una parte delle spese.
Tuttavia, al Sud, dove le opportunità lavorative e i servizi sono più scarsi, molte famiglie si trovano a dipendere esclusivamente dall’AUU e dal RdC per far fronte a spese sempre più elevate, aggravate dall’inflazione. Le differenze nel costo della vita tra Nord e Sud fanno sì che l’assegno non garantisca un livello di benessere uniforme, lasciando molte famiglie del Sud in condizioni di precarietà.
Sebbene l’AUU rappresenti un passo verso una maggiore equità nel sostegno alle famiglie, resta incerto se queste misure potranno rispondere efficacemente ai bisogni delle famiglie in difficoltà.
Il crescente dibattito sull’efficacia dell’AUU solleva domande sul futuro del sostegno sociale in Italia, specialmente per le famiglie a basso reddito che, senza misure integrative e adeguamenti legati al costo della vita, rischiano di vedere ridursi ulteriormente il proprio potere d’acquisto.
L’Assegno Unico Universale ha lasciato intatti i problemi per le famiglie con redditi bassi. Un sostegno più adeguato, adattato al costo della vita e integrato con altre misure di inclusione economica, sarà essenziale per garantire una vera sicurezza sociale e un sostegno efficace alle famiglie in condizioni di maggiore vulnerabilità economica.