martedì, Giugno 6, 2023
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Basso Tradimento

di Alberto Benzoni

Stiamo parlando di come i nostri grandi media hanno raccontato la guerra in Ucraina. I suoi obbiettivi. E i mezzi con cui è stata condotta. In contrasto con i principi fondamentali dell’etica professionale; ricercare i fatti, descriverli e commentarli. E di un tradimento “basso”perché frutto di un’antica e mai sopita vocazione al servilismo.

Una vocazione che ha portato ad attribuire all’aggressione russa all’Ucraina motivazioni del tutto diverse da quelle reali; e, nel contempo, a raccontare un conflitto molto diverso da quello in atto.
Ci raccontano che l’aggressione all’Ucraina è solo la prima tappa di un attacco in piena regola all’Occidente. Un attacco, frutto di una naturale aggressività , unita all’odio inveterato per la democrazia, attribuibile non solo a Putin ma alla Russia , anzi al popolo russo ( che Zhelensky, d’intesa con i polacchi, vorrebbe addirittura processare. Una cosa mai vista. Nemmeno all’indomani della seconda guerra mondiale).

Tralasciamo qui, per carità di patria, le penose vicende vissute, particolarmente nel nostro paese, in omaggio alla “caccia del russo sotto il letto”. Per ricordare che la Russia, nel corso dei secoli, non ha mai aggredito nessuno. Mentre è stata, costantemente aggredita, nell’ordine: dai mongoli, dai tartari, dai Cavalieri teutonici, dai polacchi, dagli svedesi, dai francesi, dagli inglesi, dai tedeschi, dagli italiani, dagli americani e, da ultimo, suprema umiliazione, da Draghi e da Di Maio. Normale, dunque, che non nutra per noi europei né stima né simpatia; e che, conseguentemente, voglia allontanarsi da noi. Il che è l’esatto contrario della volontà di conquista.

(Si aggiunga, per inciso, che gli americani, primi sostenitori- assieme a Draghi- della congenita pulsione aggressiva di Mosca, possono vantarsi di avere svolto ben 184 interventi militari all’estero nel periodo 2001/2021. Magari a fin di bene; ma comunque troppi).

Difficile poi attribuire sogni di conquista a uno Zar che non ha raggiunto in Ucraina , gli obbiettivi che si prefiggeva a febbraio: dalla costituzione di un governo fantoccio all’occupazione dei suoi centri vitali. Al loro posto, un abbozzo di invasione condotto, tra l’altro, con forze del tutto inadeguate. Per arrivare, dopo sette mesi , ad accontentarsi della conquista di un Donbass già sotto il suo controllo indiretto; e dell’ aver posto “in sicurezza”una Crimea che era già sua dal 2014.

In mezzo, appunto, sette mesi di guerra. Che i nostri media hanno rinunciato a seguire direttamente; per attenersi alla narrativa di Kiev, riassumibile in due asserzioni: primo, i russi stanno perdendo una guerra, diventata, per loro, insostenibile ma in cui hanno commesso crimini di ogni tipo ; salvo a predisporre una sua escalation, attraverso il ricorso d armi nucleari tattiche.
Pure i fatti stanno lì. A contraddire completamente l’interpretazione che ne da il governo di Kiev. Vediamoli, allora, uno per uno.

Per prima cosa, il numero dei morti. In cui quelli in divisa ( limitandoci soltanto a quelli russi) superano nettamente i civili. E’ la prima volta che ciò accade, dai tempi della prima guerra mondiale. E sta a significare che, in questo tipo di guerra, i russi stanno perdendo: perché male armati e poco motivati ma anche perché hanno rinunciato all’uso massiccio dell’aviazione . E ancora perché il richiamo dei riservisti renderebbe visibile ciò che noi, curiosamente, rifiutiamo di vedere; e cioè la riserva ostile del popolo russo di fronte a una guerra di cui non hanno ancora capito il senso.

Difficile poi credere agli ucraini quando ci raccontano di bombardamenti terroristici o di massacri di civili: “bombardano Odessa” e 5 morti ( in un seminario vicino ad una base Nato); “avvelenano il grano” ( segue accordo per la sua esportazione); “bombardano un ospedale” ( anche qui pochi morti e ai piani superiori), idem; “bombardano una stazione ferroviaria” ( ma nel Donbass, dove a bombardare sono tutti), “uccidono i prigionieri” ( i capi del battaglione Azov sono stati liberati in uno scambio, appunto, di prigionieri ). Per non parlare della centrale nucleare, occupata dai russi e quindi potenzialmente a rischio non da parte di Mosca ma di Kiev. E del fatto che le principali vittime di questa guerra insensata sono gli abitanti del Donbass.

E mi fermo qui. Perché cavillare sul numero dei morti è disdicevole, sempre. Anche se a cavalcare questo tema erano e sono i media del nostro paese.

Per Zhelensky la creazione del mostro è funzionale a uno scenario che prevede la vittoria totale dei buoni con la distruzione totale dei cattivi. e in cui la prossima tappa dovrebbe essere un ricorso di Putin alle armi atomiche tattiche.
Una possibilità di cui i nostri media prendono atto. E con apparente tranquillità. A loro preme la creazione del Mostro. Per il resto, si vedrà.
E meno male che Washington c’è. E porrà fine a questo osceno spettacolo. A prescindere dall’eccesso di zelo degli atlantisti senza se e senza ma.

Alberto Benzoni

Manifestazione a Mosca contro la guerra. by varfolomeev
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