domenica, Settembre 8, 2024
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Breve storia dell’esclusione dei poveri a Roma: da Rutelli a Gualtieri

La tendenza all’esclusione dei più poveri e vulnerabili a Roma può essere fatta risalire a diverse decisioni politiche intraprese da varie amministrazioni comunali, a partire dagli anni ’90. Una delle prime e più emblematiche fu la decisione della giunta di Francesco Rutelli nel 1997 di recintare il parco di Colle Oppio, un’area storica situata nel centro della città.

Nel 1997, l’allora sindaco Francesco Rutelli decise di recintare il parco di Colle Oppio, motivando la decisione con la necessità di riqualificare e proteggere uno degli spazi verdi più importanti di Roma.

Tuttavia, questa mossa fu interpretata da molti come un tentativo di allontanare i senzatetto e le persone emarginate che utilizzavano il parco come rifugio notturno. La recinzione rappresentò una barriera fisica che limitava l’accesso a uno spazio pubblico, escludendo di fatto i più vulnerabili dalla fruizione di un bene comune.

Continuando su questa linea, nel 2017 la giunta comunale ha portato avanti lo sgombero forzato del campo rom di Camping River, situato nella zona di Prima Porta. Questo insediamento, già oggetto di polemiche per le condizioni di vita precarie, fu chiuso senza offrire ai residenti soluzioni abitative adeguate.

Le famiglie furono trasferite in aree ancora più periferiche, spesso fuori dal GRA, aggravando ulteriormente la loro marginalizzazione​.

Un altro intervento significativo fu l’installazione di panchine antibarbone nel 2019, durante la giunta Raggi. Queste panchine, progettate per impedire ai senzatetto di utilizzarle per dormire, furono collocate in aree centrali della città, come Piazza Bologna e la stazione Termini.

L’iniziativa, ampiamente criticata dalle associazioni per i diritti umani, fu vista come un’ulteriore misura volta a nascondere il problema della povertà piuttosto che affrontarlo.

“Ricchezza e povertà” by Alice Barigelli is licensed under CC BY 2.0.

Nel 2020, la giunta comunale continuò la politica di allontanamento dei rom e degli emarginati dal centro città. Alcuni insediamenti furono sgomberati, con le famiglie trasferite in aree ancora più periferiche, spesso oltre il Grande Raccordo Anulare.

Questi trasferimenti, non accompagnati da misure di integrazione, contribuirono a un ulteriore isolamento delle comunità interessate, che si ritrovarono prive di accesso ai servizi essenziali e alle opportunità lavorative.

Questi episodi evidenziano una continuità nelle politiche di esclusione adottate dalle amministrazioni di Roma negli ultimi decenni, in particolare da quelle di centrosinistra. Dalla recinzione di Colle Oppio alle recenti installazioni di arredi urbani ostili, passando per gli sgomberi forzati e i trasferimenti verso le periferie, la città sembra aver intrapreso un percorso volto a nascondere la povertà e l’emarginazione piuttosto che risolvere questi problemi alla radice.

Politiche che oltre ad aumentare le disuguaglianze ed esprimere un’idea di città adatta soltanto ai più forti trasformano Roma in una città sempre più divisa, dove i più vulnerabili sono costretti a vivere ai margini, nel tentativo di renderli invisibili agli occhi del resto della popolazione.

“Roma 2012” by Carlo ‘Granchius’ Bonini is licensed under CC BY-SA 2.0.
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