Il rapporto “How’s Life? 2024” dell’OCSE non lascia spazio a illusioni: la situazione del benessere in Italia è preoccupante. A fronte di qualche progresso sul fronte dell’occupazione, il vero stato di salute sociale ed economica del Paese resta critico.
Famiglie con stipendi medi e bassi sono strangolate dall’aumento dei costi, mentre le disuguaglianze continuano a crescere. Se la crisi post-pandemia ha colpito duramente l’Italia, ora il problema è l’aumento costante del costo della vita che costringe sempre più persone a rinunciare all’essenziale.
Il tasso di occupazione è risalito ai massimi storici, ma i dati non raccontano tutta la storia. Chi lavora deve comunque fare i conti con salari che non tengono il passo dell’inflazione e affitti che mangiano buona parte dei redditi.
Una famiglia su undici, in Europa, non riesce a riscaldare casa come si deve, e in Italia la situazione è ancora più grave. Molti, specialmente al Sud, vedono aumentare i costi di base mentre gli stipendi rimangono bloccati. Mantenere stabile il reddito non basta, se poi i soldi non arrivano a fine mese.
Il divario tra ricchi e poveri non accenna a diminuire: il 20% più ricco della popolazione guadagna 5,6 volte più del 20% più povero, e la forbice continua ad allargarsi. Questo significa che chi è già in difficoltà scivola sempre più verso il basso, senza prospettive reali di risalita.
In Italia le disuguaglianze di genere e di età sono pesanti come macigni. Le donne, pur con qualche avanzamento sul fronte lavorativo, continuano a essere sottopagate e scarsamente rappresentate nei ruoli di potere.
Sul piano della qualità della vita, le donne vivono in media una situazione peggiore rispetto agli uomini, sentendosi meno sicure e più sole. La percezione della sicurezza è bassa e il sistema di welfare è lontano dal risolvere queste problematiche.
I giovani, da parte loro, sono tra i più colpiti: spesso costretti a lavori precari e senza possibilità di costruirsi una stabilità economica, vivono un senso di incertezza e di angoscia costante.
In Italia, i dati sulla solitudine e sul disagio psicologico tra i giovani sono allarmanti, ma le istituzioni continuano a ignorare una crisi sociale ormai evidente.a questione ambientale non è da meno.
In Italia si parla tanto di transizione ecologica, ma i fatti raccontano una storia diversa. L’OCSE segnala che nessun Paese, inclusa l’Italia, è vicino a raggiungere gli obiettivi climatici per il 2030, e il nostro Paese continua a rimandare decisioni concrete.
Di fronte a eventi climatici estremi sempre più frequenti, l’inerzia politica sta rendendo la vita sempre più difficile per chi già fatica a sbarcare il lunario. Le ondate di calore aumentano, e i settori fragili dell’economia, come l’agricoltura, ne soffrono le conseguenze immediate.
Nel frattempo, il consumo di risorse naturali non rallenta e i pochi passi avanti nella tutela ambientale sono lontani dall’essere sufficienti.
Il quadro dipinto dall’OCSE è chiaro: o si interviene subito per garantire una distribuzione più equa delle risorse e migliorare realmente le condizioni di vita delle persone, o il rischio è che la tenuta sociale del Paese crolli.
Invece di promesse e slogan, servono misure reali che vadano a incidere dove fa male: salari bassi, costo della vita, e servizi essenziali. Il tempo delle parole è finito; l’Italia ha bisogno di azioni tangibili e immediate, o pagheremo tutti il conto.