L’associazione Antigone segnala un inquietante aumento dei casi di suicidio nelle prigioni italiane, evidenziando tre recenti episodi avvenuti in un solo giorno nei penitenziari di Pavia, Teramo e Secondigliano.
Il primo caso, ancora in attesa di conferma, coinvolge il trapper Jordan Jeffrey Baby a Pavia; il secondo, un giovane di vent’anni a Teramo, che ha scelto di porre fine alla sua vita nel giorno del suo compleanno; il terzo, un individuo di 33 anni nel carcere di Secondigliano. Nel 2024, si contano 23 suicidi, equivalenti a uno ogni tre giorni.
Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, commenta questi tragici eventi come il simbolo del fallimento delle istituzioni, sottolineando la necessità di un cambiamento radicale nelle politiche e nelle azioni correnti, in particolare riguardo al disegno di legge sulla sicurezza in discussione, che a suo avviso aggraverà la situazione.
Il carcere di Pavia, a fine febbraio, aveva un tasso di affollamento del 126%, con 650 persone detenute a fronte di 515 posti disponibili. Nello scorso mese di ottobre gli osservatori di Antigone avevano visitato il carcere, trovando alcuni reparti infestati dalle cimici e almeno un detenuto con un nido di insetti tra i capelli.
Il carcere di Teramo è a sua volta affetto dal problema del sovraffollamento con un tasso, a fine febbraio, del 147% e la presenza di 375 persone detenute per 255 posti. L’Istituto ospita molte persone affette da disagio psichico
Anche il carcere di Secondigliano lamenta un forte sovraffollamento, con un tasso del 127% e 1.368 persone detenute per 1.077 posti. Come riferito dal personale sanitario: “circa l’80% della popolazione detenuta fa uso di psicofarmaci”.
Gonnella critica il sovraffollamento carcerario e l’anonimato che esso impone ai detenuti, trattati come semplici numeri di matricola, e richiama l’importanza di consentire ai prigionieri di mantenere contatti frequenti con i propri cari per prevenire ulteriori tragedie.
In questo contesto, Gonnella invita il Governo e il Parlamento ad avviare un dibattito pubblico sul sistema penitenziario e sollecita i parlamentari a visitare personalmente le sezioni più sovraffollate delle carceri, citando come esempio problematico il settimo reparto di Regina Coeli.
Critica inoltre la proposta legislativa che introduce il reato di rivolta penitenziaria, considerandolo un attacco alla disobbedienza nonviolenta e anticipando un possibile aumento di comportamenti autolesionistici, tentativi di suicidio e suicidi tra i detenuti.
Gonnella conclude appellandosi per il ritiro del disegno di legge sulla sicurezza e per l’adozione di norme che promuovano modernizzazione, umanizzazione e deflazione del sistema carcerario, esprimendo la disponibilità dell’associazione Antigone a discutere e proporre soluzioni.