La fame e la malnutrizione continuano a decimare la vita di milioni di bambini nel mondo, rendendo sempre più evidente che l’obiettivo “Fame Zero” entro il 2030 è ormai una chimera. Secondo il Global Hunger Index 2024, 148 milioni di bambini soffrono di arresto della crescita, 45 milioni sono deperiti e quasi 5 milioni muoiono ogni anno prima di compiere cinque anni.
Un’emergenza globale
La crisi è particolarmente grave in Africa subsahariana e Asia meridionale, dove si concentra la maggior parte dei casi di malnutrizione infantile. Paesi come Somalia, Niger, Nigeria, Ciad e Sierra Leone registrano tassi di mortalità infantile superiori al 10%. In Somalia, un bambino su otto non raggiunge i cinque anni di età.
Anche l’arresto della crescita colpisce in modo drammatico alcune aree: in Burundi, Yemen e Niger circa il 50% dei bambini soffre di ritardi nello sviluppo a causa di una cronica mancanza di cibo nutriente. Altri Paesi, come Afghanistan, Mongolia e Argentina, hanno visto aumentare di 4 punti percentuali l’incidenza dell’arresto della crescita negli ultimi anni.
Malnutrizione materna: le radici di un ciclo senza fine
Il legame tra malnutrizione materna e infantile è un nodo critico della crisi globale. Secondo l’UNICEF, nel mondo oltre 1 miliardo di donne soffrono di carenze nutrizionali, con 9 milioni di donne e ragazze affette da malnutrizione acuta durante gravidanza e allattamento.
In Etiopia e Sud Sudan, oltre il 25% delle donne in gravidanza presenta segni di sottonutrizione grave. In Afghanistan, il numero di madri malnutrite è cresciuto del 30% negli ultimi tre anni, aggravando le già precarie condizioni dei neonati. La malnutrizione materna compromette il peso alla nascita, aumenta la vulnerabilità a malattie e perpetua un ciclo di povertà e fame che si trasmette da una generazione all’altra.
Un sistema globale al collasso
Conflitti armati, cambiamenti climatici e crisi economiche stanno esacerbando la fame in molte regioni. L’OMS e la FAO evidenziano come oltre 250 milioni di persone vivano in condizioni di insicurezza alimentare acuta. In Yemen, devastato dalla guerra, il 40% della popolazione vive senza accesso regolare al cibo.
Nonostante i programmi internazionali, le risorse allocate restano insufficienti. Nel 2023, i finanziamenti globali per la lotta alla fame sono diminuiti del 15%, secondo il World Food Programme, lasciando senza sostegno milioni di famiglie vulnerabili.
Un futuro in bilico
La retorica sull’obiettivo “Fame Zero” non regge più di fronte ai dati. Le promesse internazionali si scontrano con la realtà di milioni di bambini condannati a un futuro di privazioni o alla morte.
Per invertire la rotta, servono interventi strutturali: investimenti nei sistemi sanitari, programmi di nutrizione materna e infantile, ma soprattutto un impegno concreto per affrontare le cause profonde della fame, dalla disuguaglianza economica ai conflitti.