Il presidente francese Emmanuel Macron ha perso la calma durante una conferenza stampa congiunta con il suo omologo della Repubblica Democratica del Congo Felix Tshisekedi quando un giornalista gli ha chiesto se la Francia imporrà sanzioni al Ruanda per il suo presunto sostegno militare ai ribelli dell’M23.
“Dal 1994, e non è colpa della Francia, mi dispiace dirlo in termini così schietti, non siete stati in grado di ripristinare la sovranità, né militare, né di sicurezza, né amministrativa, del vostro Paese”, ha detto Macron. Kinshasa sabato.
Ciò è avvenuto dopo che il giornalista aveva anche ricordato a Macron il “ruolo rilevante” della Francia nei genocidi ruandesi del 1994.
Tshisekedi ha poi sollecitato il suo omologo francese per sanzioni contro il Ruanda, dicendo di essere rimasto “dubbioso sulla buona fede di coloro che ci hanno attaccato”.
“Non c’era motivo, ricordo, che giustificasse questa aggressione. Fatta eccezione per motivi economici specifici del Ruanda, istigatore di questa aggressione. Ora, la domanda è per sapere: il Ruanda può fare a meno di questo sistematico saccheggio della RDC, che risale ormai a una ventina di anni fa? E se così non fosse, è lì che verificherò le parole e gli impegni del presidente Macron, in relazione alle sanzioni da prendere contro il Ruanda”, ha detto.
I ribelli dell’M23 hanno conquistato la provincia del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo, provocando violenze mortali e costringendo le persone a fuggire quotidianamente.
Il governo congolese accusa il Ruanda di sostenere l’M23, affermazione che Kigali nega.
Il Rwanda ha invece accusato l’esercito congolese di collusione con i ribelli ruandesi delle Forze democratiche per la liberazione del Rwanda, i cui elementi sono accusati di aver preso parte al genocidio del 1994 contro l’etnia tutsi in Rwanda.
Nel 1998 una commissione parlamentare francese sul Ruanda aveva documentato le ambiguità sia della Francia che dell’Onu nel rapporto con la parte Hutu del Rwanda. La relazione concludeva che c’erano stati errori di giudizio circa le forze armate ruandesi prima del genocidio con successivi errori di giudizio sull’entità della minaccia.
La Francia sostenne concretamente il governo a guida hutu di Juvénal Habyarimana contro il Fronte Patriottico Ruandese (RPF) dominato dai tutsi, che dal 1990 era impegnato in un conflitto volto a ripristinare i diritti dei tutsi ruandesi sia in Ruanda, sia esiliati nei paesi vicini, in seguito a più di quarant’anni di violenza anti-tutsi.
La Francia fornì armi ed addestramento militare alle milizie giovanili di Habyarimana, gli Interahamwe e Impuzamugambi, che furono poi tra i principali mezzi governativi per perpetrare il genocidio.
Macron nel maggio 2021 ha fatto un pubblico mea culpa, per i massacri nei quali rimasero uccise circa un milione di persone di maggioranza Tutsi. «La Francia – disse in quell’occasione – non si è resa complice, ma ha fatto per troppo tempo prevalere il silenzio sull’esame della verità».
