Sembra quasi una battuta, eppure un satellite di legno ha davvero preso il volo. Abituati a immaginare il legno sui tavoli da lavoro di artigiani o nei modellini da esposizione, chi avrebbe mai pensato che potesse diventare un materiale “da orbita”?
Se pensi ai pazienti modellisti che, pezzo dopo pezzo, costruiscono aerei e navi con fiammiferi, immagina ora una squadra di scienziati giapponesi che punta lo sguardo oltre l’atmosfera, con un cubo di legno nelle mani e un’idea rivoluzionaria in mente.
Lunedì sera, un razzo SpaceX ha lanciato dal Kennedy Space Center qualcosa di molto diverso dal solito: LignoSat, il primo satellite con componenti in legno, pronto per l’orbita. Questo satellite di quattro pollici, un cubo con pannelli in legno e piccole parti in plastica e silicone, è stato portato alla Stazione Spaziale Internazionale, dove a dicembre farà il suo debutto spaziale.
L’idea, nata come una scommessa, ha in realtà basi profonde. Takao Doi, ingegnere ed ex astronauta, secondo quanto riportato dal New York Times, si è chiesto: “Se un giorno l’umanità vivrà nello spazio, perché non utilizzare materiali rinnovabili come il legno per costruire? Proprio come si faceva cent’anni fa con gli aerei!”
Così è partita la ricerca, e dopo test estremi, la squadra giapponese ha selezionato la magnolia, per la sua resistenza e leggerezza, lavorandola con una tecnica tradizionale giapponese che non richiede chiodi o colla. Non una semplice impresa, dato che il progetto ha dovuto passare il vaglio delle agenzie spaziali giapponese e americana.
Oltre al fascino per la sfida, c’è un motivo più serio: ridurre l’impatto ambientale dei satelliti che bruciano nell’atmosfera, rilasciando inquinanti come l’ossido di alluminio. Quando LignoSat si disintegrerà, lascerà dietro di sé solo vapore acqueo e anidride carbonica. È un piccolo passo verso un’orbita più “green”.
Forse un giorno vedremo strutture spaziali in legno, magari anche su Marte. Fino ad allora, i nostri modellini di fiammiferi rimangono sulla mensola, ma con una nuova consapevolezza: la prossima frontiera potrebbe essere proprio fatta di legno.