Un dato drammatico che giunge dalla Filippine ci parla di circa 2,3 milioni di persone spinte verso la povertà tra il 2018 e il 2021, in gran parte a causa della recessione economica causata dalla pandemia. Lo afferma l’agenzia di statistica locale. La popolazione delle Filippine è di circa 111 milioni di persone.
Il numero di persone che vivono in povertà nel 2021 è salito a un totale di quasi 20 milioni o il 18,1% della popolazione dal 16,7% nel 2018, secondo quanto affermato dalla Psa, l’Autorità di statistica filippina, superando l’obiettivo del governo che si attestava tra il 15,5% e il 17,5%.
Il presidente Ferdinand Marcos Junior, di recente insediato, mira a ridurre il tasso di povertà al 9% entro la fine del suo mandato di sei anni nel 2028, un obiettivo che secondo il governo appena formato rimarrebbe raggiungibile nonostante l’aumento dell’inflazione.
Il ministro per l’economia Arsenio Balisacan ha detto che il governo si concentrerà sull’investimento nel capitale umano e sulla protezione sociale, oltre alla trasformazione dei settori produttivi per generare posti di lavoro di qualità e prodotti più competitivi.
L’ufficio di statistiche locale definisce la povertà per chi ha un reddito pro capite che non può soddisfare a sufficienza i bisogni alimentari e non alimentari individuali di base. Al 31 dicembre 2020 il reddito medio annuo di un filippino era di circa 8 mila dollari contro i circa 9 mila dell’anno precedente.
Secondo Balisacan prima della pandemia, nel 2018, il Paese aveva raggiunto l’obiettivo di far uscire dalla povertà 6 milioni di filippini, quattro anni prima dell’obiettivo del 2022.
Ma le restrizioni dovute alla pandemia da covid nel 2020 e il problema di lunga data delle famiglie povere che hanno un accesso limitato a lavori regolari e produttivi hanno riportato in difficoltà molti filippini, ha affermato.
