L’Europa continua a rendere sempre più restrittive le regole per la gestione dei flussi migratori. Pur avendo registrato un calo del 43% degli attraversamenti irregolari nei primi dieci mesi del 2023 rispetto all’anno precedente, i migranti rimangono al centro di accesi dibattiti politici e sociali.
In Italia, la Premier Giorgia Meloni ha proposto l’esternalizzazione delle procedure di asilo in Albania, un piano al momento sospeso da una sentenza giudiziaria. La Germania, dal canto suo, ha intensificato i controlli ai confini con Polonia e Repubblica Ceca, mentre la Polonia valuta la sospensione del diritto di asilo per i nuovi arrivati.
Le politiche europee mostrano divisioni profonde: da un lato, Paesi come la Spagna enfatizzano la necessità economica dell’immigrazione, soprattutto per contrastare l’invecchiamento demografico e i bassi tassi di natalità. Il Premier spagnolo Pedro Sánchez ha recentemente dichiarato che “l’immigrazione è essenziale per la prosperità economica e la sostenibilità dello stato sociale”.
Dall’altro, molti Stati puntano su misure restrittive, spesso sostenute da partiti anti-immigrazione che hanno guadagnato consensi giocando sulla paura dell’”invasione” e della perdita d’identità nazionale.
Il rimpatrio dei richiedenti asilo respinti è una questione irrisolta. Molti Paesi d’origine rifiutano di accogliere i migranti, soprattutto in assenza di documenti identificativi.
La difficoltà di espulsione alimenta la percezione di una migrazione incontrollata. Episodi di violenza, come gli attacchi di migranti irregolari in Germania, hanno esacerbato il dibattito pubblico, con crescenti richieste di politiche più dure.
L’Unione Europea ha avviato un programma per distribuire i migranti tra i vari Stati membri, ma la sua attuazione non avverrà prima del 2026. Nel frattempo, le pressioni su Paesi come Italia, Grecia e Spagna, che ricevono il maggior numero di sbarchi, restano elevate. Nonostante ciò, le iniziative per una gestione condivisa stentano a decollare, lasciando spazio a soluzioni nazionali spesso contraddittorie.
L’Europa si trova in un equilibrio precario tra necessità economiche, obblighi umanitari e pressioni politiche interne. Mentre i leader discutono di strategie innovative per gestire i flussi migratori, rimane evidente che senza una cooperazione efficace e una visione condivisa, l’immigrazione continuerà a essere una delle questioni più divisive per il continente, cavalcata dalla destra e dall’estrema destra.
Negli ultimi anni, diversi paesi europei guidati da governi di destra hanno implementato misure più restrittive in materia di immigrazione. Ecco una panoramica delle principali iniziative adottate:
Italia: Sotto la guida del Primo Ministro Giorgia Meloni, l’Italia ha proposto di trasferire i migranti salvati nel Mediterraneo in Albania per l’elaborazione delle loro domande di asilo. Questo piano mira a esternalizzare le procedure di asilo, riducendo la pressione sui centri di accoglienza italiani. Tuttavia, il progetto ha incontrato ostacoli legali e non è ancora stato attuato.
Germania: Nonostante una tradizione di accoglienza, la Germania ha recentemente intensificato i controlli alle frontiere, estendendoli a tutti i confini terrestri. Questa misura è stata adottata in risposta a un aumento dei flussi migratori e alle pressioni politiche interne per una gestione più rigorosa dell’immigrazione.
Polonia: La Polonia ha annunciato l’intenzione di introdurre una legge che sospenda temporaneamente il diritto dei nuovi arrivati a chiedere asilo. Questa proposta mira a limitare l’afflusso di migranti e a rafforzare la sicurezza nazionale.
Ungheria: Il governo ungherese, guidato da Viktor Orbán, ha adottato una serie di misure anti-immigrazione, tra cui la costruzione di barriere lungo i confini e l’introduzione di leggi che criminalizzano l’assistenza ai migranti irregolari. Queste politiche riflettono una posizione fortemente contraria all’immigrazione.
Austria: In Austria, il governo ha implementato politiche più severe in materia di asilo, tra cui l’accelerazione delle procedure di rimpatrio per i richiedenti asilo respinti e l’introduzione di controlli più rigorosi alle frontiere. Queste misure sono state adottate in risposta a una crescente pressione politica interna.
Danimarca: La Danimarca ha adottato una politica di “tolleranza zero” verso l’immigrazione irregolare, introducendo leggi che consentono il trasferimento dei richiedenti asilo in paesi terzi per l’elaborazione delle loro domande. Questa strategia mira a dissuadere i migranti dall’entrare nel paese.
Paesi Bassi: I Paesi Bassi hanno rafforzato i controlli alle frontiere e introdotto misure per limitare l’accesso ai servizi sociali per i migranti irregolari. Queste politiche sono state implementate in risposta a una crescente preoccupazione pubblica riguardo all’immigrazione.
Queste iniziative riflettono una tendenza più ampia in Europa verso politiche migratorie più restrittive, spesso influenzate da pressioni politiche interne e da preoccupazioni riguardo alla sicurezza e all’identità nazionale.