Il primo è morto a Garbatella un mese fa. Aveva 78 anni era senza fissa dimora, si era rifugiato in una macchina abbandonata. Il secondo a metà dicembre, vicino alla stazione Termini, giovane, intorno ai trent’anni secondo il medico legale. Il terzo e ultimo poche ore fa, al parco del Torrione, Prenestino, età presunta intorno ai 50 anni. A uccidere tutti e tre è stato il freddo. Lo scorso anno alla fine dell’inverno furono dieci i senza tetto morti per il freddo. C’è un filo dell’intervento sulle emergenze che va completamente riavvolto a Roma, dopo che per cinque lunghi anni il Comune non solo è stato assente ma si è rifiutato di porre mano ai più elementari interventi d’emergenza, come utilizzare le fermate della metropolitane e dare riparo, arrivando a ostacolare gli interventi delle associazioni cattoliche e laiche impegnate a togliere dalla strada le persone fragili, come testimonia l’incredibile ottusità istituzionale manifestata dai grillini contro il circolo Arci Sparwasser.
Non è soltanto un problema di soldi, anche se questi servono al più presto per ramificare una rete d’interventi. L’assessora alle politiche sociali Barbara Funari ha stanziato per i Municipi i fondi aggiuntivi per l’accoglienza temporanea dei senza fissa dimora, in vista del freddo dei prossimi mesi. E questo è già qualcosa, una discontinuità forte con il recente passato. Quello che serve da subito però è un progetto di lungo periodo che guardi oltre l’emergenza freddo, un piano per affrontare le esigenze di quelle 16 mila persone che vivono tra strada e macchine e roulotte, per spezzare il circolo vizioso che con l’aumentare delle temperature in primavera, distolta l’attenzione dal pericolo di morte immediata, reimmette nelle strade le persone tutelate in inverno, per poi presentarsi alla prossima brutta stagione con le stesse modalità emergenziali.
L’associazione Nonna Roma punta l’indice sul fallimento dell’ultima gara quadriennale indetta dal Comune di Roma l’anno scorso, che prevedeva uno stanziamento di 7 milioni e mezzo di euro e la messa a bando di 500 posti con il risultato di averne assegnati soltanto 55, per di più tutti alla stessa cooperativa e nella stessa struttura di Tor Vergata. Il risultato. oltre al mancato intervento e l’abbandono dei senza tetto è stato un avanzo di fondi per 5 milioni e mezzo di euro, ad oggi ancora inutilizzati. Nonna Roma e le altre associazioni impegnate nell’assistenza chiedono però al Comune un tavolo permanente di confronto tra tutte le realtà sociali e l’assessorato alle politiche sociali.
Nel frattempo la Comunità di S.Egidio ha pubblicato la trentaduesima edizione della sua guida per sopravvivere in povertà a Roma. “DOVE mangiare, dormire, lavarsi”. E’ una guida per chi non ha casa o è in difficoltà, la potete scaricare cliccando sul link evidenziato ma attenzione a non ritenerla una guida utile solo a chi è in difficoltà: è importante anche per chi vuole dare una mano ma non sa come fare. All’interno trovate un elenco molto dettagliato delle strutture per mangiare, dormire e lavarsi a cui indirizzare le persone che incontriamo per strada e che non sapremmo altrimenti come aiutare.