di Alfredo Facchini
“Shifa hospital” di Gaza.
Il medico in piedi, nella foto sotto, ha tenuto con le mani per ore quello strumento che funziona a pressione e questo perché nella Striscia manca anche l’indispensabile.
La sanità palestinese è crudelmente nelle mani di Israele che decide quando aprire o chiudere i cancelli della più grande prigione a cielo aperto del mondo.
Gaza, lo ricordiamo, è sottoposta a un embargo internazionale dal 2007.
In questi 15 anni l’esercito con la stella di David ha lanciato quattro attacchi militari nella striscia (2008, 2012, 2014 e 2021).
La situazione sanitaria ora è al limite della sopportazione. Manca di tutto: farmaci essenziali e medicinali monouso. Senza poi contare il sovraccarico negli ospedali dovuto alla pandemia. Il personale sanitario è stremato.
Tecnologie mediche di base come radioterapia e TAC non sono disponibili nella Striscia di Gaza.
Il blocco dello Stato Ebraico fa sentire la sua morsa soprattutto sui più fragili.
C’è un dato del 2018 che fa rabbrividire: l’incidenza tumorale nella Striscia di Gaza è stata tra le peggiori del mondo, superando quasi del doppio il numero dei malati di cancro in Israele.
La situazione è ancora più drammatica per i bambini, che rappresentavano l’11% del totale dei malati di cancro, quando l’incidenza media nel resto del mondo (per bambini dai 14 anni in giù) era dell’1%.
La spaventosa incidenza tumorale nella Striscia di Gaza è dovuta, in particolare, ad un habitat inquinato dalla presenza di sostanze radioattive e tossiche portate dai ripetuti bombardamenti.
Nel 2021, un terzo delle richieste di accesso alle cure per bambini presso ospedali fuori da Gaza è stato rallentato o respinto da Israele.
E i minori che riescono ad ottenere il permesso di uscire dalla Striscia per ricevere cure in cliniche specializzate, sono spesso costretti a partire senza i propri genitori, ai quali non viene consentito di lasciare Gaza neanche per accompagnarli. È la denuncia dei
“Medici per i diritti umani”, organizzazione non governativa che si occupa del diritto alla salute in Israele e nei Territori palestinesi Occupati.
“Israele ha trasformato gli ospedali palestinesi in tante fabbriche di angeli. […] Quei corpicini smembrati, quelle vite potate ancora prima di fiorire saranno un incubo per tutto il resto della mia vita, e se ho ancora la forza di raccontare della loro fine è perché voglio rendere giustizia a chi non ha più voce, forse a chi non ha mai avuto orecchie per ascoltare. Restiamo umani.“ [Vittorio Arrigoni]
Alfredo Facchini
