mercoledì, Novembre 6, 2024
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I cambiamenti climatici mutano la geografia delle coltivazioni legate alla dieta mediterranea

Il surriscaldamento e gli eventi estremi, i cambiamenti climatici, si riflettono in maniera pesante sull’agricoltura italiana e non soltanto per le conseguenze quantitative sui raccolti. A rischio sono gli alimenti base della dieta mediterranea.

Coldiretti spiega cifre alle mano cosa sta accadendo nel nostro paese. A cominciare dai danni provocati sulla coltivazione dell’ulivo, il cui raccolto è sceso per la siccità a 230 milioni di chili, con riduzioni del 30% per quanto riguarda la produzione di olio extravergine.

In forte calo anche la produzione di pomodoro da industria per pelati, passate, polpe e concentrato, con 5,5 milioni di tonnellate a livello nazionale, inferiore dell’11% rispetto al 2021. L’Italia è oggi il terzo produttore mondiale, dopo gli Usa e la Cina.

La produzione di grano duro, 3,8 milioni di tonnellate, è in calo del 5% nonostante l’aumento delle superfici coltivate, passate a 1,24 milioni di ettari nel 2022 contro 1,23 milioni del 2021, con ripercussioni sulle 200 mila aziende agricole italiane della filiera nazionale della pasta.

Per effetto dei cambiamenti climatici, spiega Coldiretti nella sua ultima analisi, la coltivazione dell’ulivo in Italia è arrivata a ridosso delle Alpi. Così come nella Pianura Padana si coltiva ormai la metà circa della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserve e il grano duro per la pasta.

Si tratta di colture tipicamente mediterranee migrate al nord, mentre al Sud è boom per le coltivazioni tropicali, dall’avocado al mango fino alle banane, spiega l’elaborazione di Coldiretti su dati del rapporto Copernicus.

L’organizzazione ha elaborato anche l’evoluzione delle temperature della banca dati Isac Cnr, evidenziando come il 2022 sia stato il secondo anno più caldo mai registrato in Europa e addirittura il più rovente di sempre in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna e Irlanda.

La temperatura media nel nostro paese è stata infatti superiore di 1,15 gradi con la caduta del 30% di precipitazioni in meno, rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, secondo Coldiretti. I cambiamenti climatici hanno provocato danni all’agricoltura per 6 miliardi di euro.

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