Le recenti interruzioni dei cavi di comunicazione sottomarini nel Mar Rosso hanno sollevato allarmi sulla possibile estensione delle tensioni mediorientali alle infrastrutture globali di internet.
Le acque vicino allo Yemen, oltre a essere percorsi navali fondamentali, rivestono un’importanza critica per la rete di cavi sottomarini che facilitano il flusso di dati digitali tra l’Asia e l’Occidente. Il vicepresidente per la ricerca di TeleGeography, Tim Stronge, ha evidenziato l’importanza vitale di questi cavi, notando che oltre il 90% delle comunicazioni tra Europa e Asia dipende da essi.
La società di comunicazioni Seacom ha recentemente rilevato un’interruzione nel flusso dati lungo il suo cavo che collega Mombasa, in Kenya, a Zafarana, in Egitto, attraverso il Mar Rosso. Simultaneamente, due ulteriori cavi che collegano l’occidente all’oriente hanno subito danni, influenzando circa il 25% del traffico di dati nell’area, secondo le stime di HGC Global Communications.
Prenesh Padayachee, responsabile digitale e operativo di Seacom, ha spiegato che il danno al cavo della sua società si è verificato nelle acque yemenite a circa 200 metri di profondità. Le cause esatte dei danni ai cavi rimangono incerte, con speculazioni che includono potenziali azioni dei ribelli Houthi, ancoraggi di navi o atti di sabotaggio.
La riparazione dei cavi si preannuncia complessa a causa delle delicate situazioni geopolitiche, richiedendo valutazioni e permessi specifici per operare nello Yemen. Seacom sta collaborando con E-marine, che dispone di imbarcazioni nell’adiacente Oman, per organizzare le riparazioni, sperando di iniziare i lavori nel prossimo mese.
Nonostante le difficoltà, Seacom è riuscita a reindirizzare la maggior parte del suo traffico internet attraverso altri cavi, sebbene la situazione politica instabile complica il processo di riparazione.
La vulnerabilità di questi cavi, specialmente in zone di conflitto, è una crescente fonte di preoccupazione. Anche se i cavi sono protetti e sepolti vicino alla costa, in alto mare giacciono esposti sul fondale. Nonostante l’esistenza di circa 500 cavi sottomarini in tutto il mondo, con un centinaio di rotture annuali, la ridondanza del sistema offre comunque delle alternative per il reindirizzamento del traffico, sebbene con tempi di trasmissione più lunghi.
Gli Houthi stanno utilizzando l’incidente dei tre cavi Internet danneggiati nel Mar Rosso per promuovere la propria immagine, sostenendo di essere pronti ad aiutare nelle riparazioni e al tempo stesso negando ogni responsabilità, puntando il dito contro Stati Uniti e Regno Unito come parte della loro narrazione strategica.
Questa mossa rientra in una più ampia strategia di propaganda, con cui cercano di presentarsi come sostenitori dei palestinesi di Gaza e di mettere in difficoltà gli alleati di Israele, contestualmente dimostrando forza nelle negoziazioni sulla guerra civile in Yemen. Nonostante abbiano negato qualsiasi coinvolgimento nei danni ai cavi, il gruppo è considerato indirettamente responsabile per l’incidente, causato probabilmente da danni accidentali durante un attacco a una nave britannica.
Gli Houthi ribaltano la narrazione, accusando le azioni militari di Regno Unito e Stati Uniti di compromettere la sicurezza delle comunicazioni internazionali. Hanno espresso interesse per la sicurezza dei cavi, promettendo di facilitare le riparazioni, ma resta da vedere se questa disponibilità si tradurrà in azioni concrete. La credibilità delle loro assicurazioni sarà messa alla prova quando le compagnie inizieranno i lavori di riparazione, con la comunità internazionale che osserva se le promesse verranno mantenute.