Alla fine del XIX secolo, la presenza delle donne in medicina era vista con scetticismo. Durante la Giornata dei medici tedeschi del 1898, alcuni si chiedevano a chi potesse giovare l’ingresso delle donne nella professione medica.
La risposta prevalente all’epoca era che né la scienza, né i pazienti, né le donne stesse ne traessero beneficio, soprattutto finché ci fossero stati abbastanza uomini a svolgere il lavoro.
Oggi, la situazione è cambiata radicalmente. Il ruolo delle donne nella medicina non è più in discussione, e numerosi studi dimostrano che le dottoresse apportano un contributo significativo alla salute pubblica.
Questo beneficio è particolarmente evidente nel caso delle pazienti femminili, che sembrano rispondere meglio alle cure delle dottoresse, soprattutto in situazioni di grave malattia. Anche gli uomini, in molti casi, preferiscono le cure fornite da dottoresse rispetto ai colleghi maschi.
Uno studio recente condotto negli Stati Uniti su circa 770.000 pazienti ha mostrato che coloro che venivano curati da dottoresse avevano tassi di sopravvivenza più alti rispetto a quelli curati da medici uomini.
Se applicata su larga scala, questa differenza potrebbe tradursi in migliaia di vite salvate ogni anno. Anche il tasso di riammissione in ospedale era inferiore per i pazienti trattati da donne.
Ma perché le pazienti femminili sembrano trarre più vantaggi dalle cure di dottoresse? Una possibile spiegazione è che i medici uomini tendono a sottovalutare il dolore e i sintomi delle donne, trattandole meno tempestivamente o con minore attenzione.
In situazioni di emergenza, come infarti o ictus, le diagnosi ritardate o inesatte possono avere conseguenze fatali.
In Europa, ad esempio, è stato osservato che gli ospedali britannici con un’elevata presenza di medici donne offrono cure più sicure.
Una meta-analisi ha confermato che questa tendenza si riscontra a livello internazionale, e che gli uomini, pur non essendo svantaggiati dalle cure delle dottoresse, beneficiano comunque di un trattamento efficace.
Le differenze nel trattamento possono derivare anche dal diverso approccio delle dottoresse: sono spesso più empatiche, passano più tempo con i pazienti e seguono con maggiore rigore le linee guida e le prove scientifiche.
Questa attenzione si traduce in una diagnosi precoce e in una minore necessità di ricorrere al pronto soccorso.
Tuttavia, nonostante i risultati positivi, le dottoresse devono affrontare diverse sfide. In molti paesi, tra cui la Germania, le donne medico guadagnano ancora significativamente meno rispetto ai loro colleghi uomini e trovano maggiori difficoltà a raggiungere posizioni di leadership.
Inoltre, le dottoresse sono spesso gravate da ulteriori responsabilità familiari e domestiche, che possono influire sulla loro carriera.
È quindi essenziale promuovere un ambiente di lavoro più equo e supportivo, che riconosca il valore delle donne in medicina e rimuova gli ostacoli che ancora limitano il loro potenziale.
Iniziative come programmi di tutoraggio, borse di studio e politiche che favoriscono l’equilibrio tra lavoro e vita privata sono cruciali per garantire che la medicina diventi sempre più inclusiva e diversificata.
Infine, è chiaro che la presenza di donne in medicina non solo migliora la qualità delle cure, ma contribuisce anche a sfidare e superare i pregiudizi storici che ancora esistono nella professione. La diversità, in tutte le sue forme, è un vantaggio fondamentale per la salute pubblica e deve essere valorizzata e promossa a tutti i livelli.