martedì, Giugno 6, 2023
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I programmi 127e e le guerre Usa per procura

Le operazioni speciali Usa per combattere il terrorismo, operazioni classificate come 127e dal Pentagono (trovate qui una spiegazione giuridica), sono missioni segrete per influenzare e rendere instabili i governi. I programmi 127e rischiano di coinvolgere gli Stati Uniti in violazioni dei diritti umani e in conflitti stranieri all’insaputa del Congresso e del popolo statunitense. Le origini del programma 127e possono essere fatte risalire ai primi giorni della guerra degli Stati Uniti in Afghanistan, quando il comando e il personale della Cia cercavano di sostenere l’Alleanza del Nord afghana nella sua lotta contro i talebani. Il comando delle operazioni speciali dell’esercito non aveva l’autorità per fornire pagamenti diretti ai suoi nuovi alleati utilizzo finanziamenti della Cia. Ciò ha portato alla codificazione semi clandestina dei programmi 127e, con la legge statunitense ai sensi del titolo 10 § 127e dell’Usc (United States Code), per poi essere utilizzata anche in Iraq. I rapporti rilevanti richiesti dalla legge sono classificati a un livello che impedisce alla maggior parte del personale del Congresso Usa di accedervi.

14 programmi 127e sono stati attivi in Medio Oriente e nella regione Asia-Pacifico fino al 2020.Sono state invece 36 le operazioni militari degli Stati Uniti soltanto in Africa tra il 2013 e il 2017, in Burkina Faso, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Kenya , Libia, Mali, Mauritania, Niger, Somalia, Sud Sudan e Tunisia. Soldati di truppe statunitensi sono stati uccisi in azione in sei di questi Paesi: Kenya, Libia, Niger, Somalia, Sud Sudan e Tunisia. Si tratta di operazioni con nome in codice che coprono diverse missioni militari, dalle operazioni psicologiche all’antiterrorismo. Tra queste operazioni otto sono andate sotto il nome di programmi 127e, dal nome dell’autorità di bilancio che consente alle forze operative speciali statunitensi di utilizzare alcune unità militari della nazione ospite come surrogati in missioni antiterrorismo. In totale, tra il 2017 e il 2020, i commando statunitensi hanno condotto almeno 23 programmi 127e separati in tutto il mondo. Si tratta di escalation militari impreviste in una dozzina di conflitti in tutto il mondo. Alcune delle operazioni potrebbero equivalere a un uso illegale della forza.

I programmi 127e possono essere gestiti dal Jsoc, Joint Special Operations Command, l’organizzazione segreta che controlla il Seal Team 6 della Marina, la Delta Force dell’esercito e altre unità di missioni speciali, o da “forze per operazioni speciali teatrali”. Questi programmi sono “specificamente progettati per far lavorare i soldati Usa con i partner della nazione ospitante, appositamente selezionati, in teoria per scopi di antiterrorismo. Piccole squadre delle forze per le operazioni speciali statunitensi sono coinvolte in un programma di guerra per procura di basso profilo, su una scala molto più ampia di quanto precedentemente noto, secondo documenti esclusivi e interviste con più di una dozzina di funzionari governativi in carica o ritirati. Su questo sito trovate la mappa delle azioni antiterrorismo degli Stati Uniti nel periodo 2018-2020.

In sostanza questo significa che con il programma 127e gli Stati Uniti, là dove non intendono combattere impiegando forze massicce, sostengono in altre nazioni anche economicamente dei partner statali o non statali, quindi regolari o milizie parastatali. Anche squadroni della morte, visto che la legge Usa si disinteressa di quel che fanno nella loro patria le forze non governative quando non combattono al loro fianco. Tuttavia a differenza dei tradizionali programmi di assistenza estera, che mirano principalmente a costruire capacità locali, i partner 127e vengono quindi inviati in missioni dirette dagli Stati Uniti, mirando ai nemici degli Stati Uniti per raggiungere gli obiettivi degli Stati Uniti. Il Pentagono ha speso tra il 2017 e il 2020 310 milioni di dollari, mentre nel 2005, appena varato il programma, aveva speso soltanto 25 milioni di dollari.

La Casa Bianca, il Pentagono e il Comando per le operazioni speciali si sono rifiutati di rispondere sui programmi 127e, dicendo che si tratta di programmi classificati. Il sospetto avanzato dai giornalisti di The Intercept è che il Dipartimento della Difesa abbia utilizzato i partner 127e per impegnarsi in combattimenti oltre lo scopo di qualsiasi autorizzazione per l’uso della forza militare o per l’autodifesa consentita. Il giornale ha anche fatto domande a vari funzionari del Pentagono e funzionari e deputati del Congresso, scoprendo che pochi ne sapevano qualcosa. Il generale Richard D. Clarke, l’attuale comandante delle operazioni speciali, ha testimoniato davanti al Congresso nel 2019 che i programmi 127e “hanno portato direttamente alla cattura o all’uccisione di migliaia di terroristi, hanno interrotto le reti e le attività terroristiche e hanno negato ai terroristi lo spazio operativo in un’ampia gamma di ambienti operativi, a una frazione del costo di altri programmi”. Peccato che le affermazioni di Clarke non possono essere verificate.

Non si sa con esattezza in quanti siano stati catturati o uccisi tra gli stranieri durante le missioni 127e e nemmeno quanti soldati statunitensi sono rimasti uccisi durante queste missioni. All’oscuro di tutto sono naturalmente i cittadini statunitensi che con le tasse finanziano i programmi 127e e votano i loro rappresentanti politici che a loro volta ignorano cosa siano i programmi 127e.

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