Arrivare a fine mese è sempre più difficile per le famiglie italiane. Con oltre il 56% del budget mensile assorbito da cibo, casa e trasporti, trovare spazio per le spese non essenziali è diventato un lusso per molti.
Secondo i dati più recenti, la spesa media delle famiglie per beni e servizi obbligati ha raggiunto i 1.191 euro al mese nel 2023, un aumento significativo rispetto agli anni precedenti, spinto dall’inflazione e dall’aumento del costo della vita.
La spesa media delle famiglie: i numeri del 2023
In media, ogni famiglia italiana ha speso 2.128 euro al mese nel 2023, suddivisi tra spese obbligate e complementari. Ecco come si ripartiscono i costi principali:
Cibo e bevande analcoliche: 526 euro al mese (+9,2% rispetto al 2022).
Casa (affitto, bollette, gas): 374 euro al mese (-7,7%, grazie alla riduzione dei costi energetici).
Trasporti (carburante, mezzi pubblici): 291 euro al mese (+9,2%).
Le spese complementari, come abbigliamento, elettronica e tempo libero, si attestano invece a 937 euro al mese, segnando un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente.
Nord, Centro e Sud: divari evidenti
L’analisi geografica mostra differenze significative tra le diverse aree del paese. Al Sud, le spese obbligate rappresentano il 59% del budget familiare, contro il 55% registrato nel Nord e nel Centro Italia. In regioni come la Calabria, la quota di spesa per cibo e carburante arriva a sfiorare il 63,4%, lasciando ben poco margine per risparmi o acquisti non essenziali.
Questa disparità evidenzia come l’inflazione abbia colpito più duramente il Mezzogiorno, dove i redditi medi sono inferiori rispetto al resto del paese e la capacità di risparmio è quasi inesistente.
Cibo e trasporti: i settori più colpiti dall’inflazione
I beni alimentari continuano a rappresentare la voce di spesa più importante per le famiglie italiane, con un aumento medio del 9,2% rispetto al 2022. Pane e pasta sono tra i prodotti che hanno subito i rincari maggiori, con aumenti medi del 10%.
Anche i trasporti pesano significativamente sui bilanci familiari. Il prezzo medio della benzina nel 2023 è rimasto vicino ai 2 euro al litro, mentre il costo dei mezzi pubblici è aumentato in molte città, spingendo le famiglie a rivedere i propri spostamenti.
Il cambiamento nelle abitudini di consumo
La crisi economica ha portato le famiglie italiane a modificare le proprie abitudini di spesa. Sempre più persone preferiscono cucinare a casa piuttosto che mangiare fuori, con un calo significativo nei consumi di bar e ristoranti.
Parallelamente, si registra un aumento degli acquisti di beni alimentari di qualità superiore, segno di una maggiore attenzione al rapporto qualità-prezzo. Tuttavia, questa tendenza si accompagna a una rinuncia agli “extra” come i pranzi al ristorante o le vacanze.
Effetti sul commercio e sul terzo settore
La concentrazione della spesa sui beni essenziali ha avuto un impatto diretto sui commercianti e sulle piccole imprese. I negozi di vicinato, in particolare, stanno soffrendo una riduzione dei ricavi, mentre il settore della ristorazione ha registrato un rallentamento significativo.
Anche le vendite di abbigliamento e tecnologia hanno subito un calo, con i consumatori che preferiscono posticipare questi acquisti a favore delle spese obbligate.
Guardando indietro al 2019, prima della pandemia e dell’attuale crisi inflazionistica, emerge con chiarezza quanto il costo della vita sia aumentato per le famiglie italiane. Allora, la spesa media complessiva si attestava a 1.983 euro al mese, 145 euro in meno rispetto al 2023 (+7,3%). Ma ciò che colpisce di più è il cambiamento nella distribuzione delle spese.
Nel 2019, le famiglie spendevano 1.084 euro per cibo, casa e trasporti, pari al 54,7% del totale. Oggi, questa cifra è salita a 1.191 euro, rappresentando il 56% del budget familiare. In particolare:
La spesa per alimenti è passata da 466 euro a 526 euro (+12,9%).
Le spese per la casa (affitto, bollette e combustibili) sono aumentate da 326 euro a 374 euro (+14,7%), nonostante un leggero calo nel 2023 rispetto al picco del 2022.
I costi per i trasporti, relativamente stabili nel 2019 a 293 euro, hanno subito oscillazioni significative, tornando a 291 euro nel 2023 dopo una contrazione durante la pandemia.
Parallelamente, la spesa complementare, che comprende abbigliamento, elettronica e svaghi, ha visto un aumento più contenuto (+4,2%, da 899 euro a 937 euro). Tuttavia, questa voce incide oggi meno sul bilancio complessivo, a testimonianza di un sacrificio sempre maggiore delle famiglie nel tentativo di far quadrare i conti.
Questi dati rivelano una realtà evidente: rispetto al 2019, le famiglie italiane spendono di più per coprire le stesse necessità, mentre il margine per le spese discrezionali si riduce. A fronte di una pressione crescente sulle risorse familiari, il 2023 segna il consolidarsi di una nuova normalità fatta di consumi più selettivi e di un’attenzione maggiore alla gestione delle spese.
Il confronto con il passato mette in luce quanto sia cambiata la percezione del benessere economico: ciò che nel 2019 poteva essere considerato un extra, oggi è spesso una rinuncia obbligata. Guardando al futuro, il ritorno a un equilibrio sostenibile dipenderà da interventi strutturali sul costo della vita e da politiche che sostengano le famiglie nel far fronte a questa continua escalation dei prezzi.