Il Niger è un paese decisamente a due facce. Negli ultimi anni ha attraversato crisi sanitarie, climatiche e di sicurezza che hanno ostacolato la crescita della sua economia. Ma le istituzioni internazionali di analisi economiche prevedono una crescita economica a doppia cifra per il Paese che aprirebbe sul finire del 2023 un oleodotto. Gli esperti calcolano che con questa apertura le esportazioni di petrolio aumenteranno del 700%.
Eppure tra il 2019 e il 2021 il Prodotto Interno Lordo del Niger è crollato da un tasso di crescita annuale del 5,9% all’1,4%. Secondo la Banca Mondiale, questo scarso andamento è dovuto essenzialmente al rallentamento della produzione di cereali. Va ricordato che il Niger ha un’economia non diversificata, dipendente dall’agricoltura per il 40% del suo Pil.
Ma questo è soltanto un aspetto che riguarda i grafici statistici più che le persone. Le forti piogge che cadono in Niger da giugno hanno finora ucciso 53 persone provocando danni ad altri 90 mila cittadini, secondo le dichiarazioni delle autorità locali. Il Niger è altrimenti noto per il suo clima molto secco. Più dell’80% dei nigerini vive di un’agricoltura su piccola scala, fortemente dipendente dalle piogge, e il paese ha più di 52 milioni di capi di bestiame,
Già lo scorso anno la stagione delle piogge, da giugno a settembre, anche nelle aree desertiche del nord, secondo l’Onu ha ucciso 70 persone e provocato danni ad altre 200 mila. In media il Niger perde 60 milioni di euro ogni anno a causa di inondazioni e siccità. Il Paese infatti è in prevalenza saheliano, desertico, e i cambiamenti climatici stanno provocando danni irreparabili.
Più di 4,4 milioni di persone sono adesso gravemente insicure dal punto di vista alimentare a causa dei raccolti scarsi. Secondo fonti del governo francese le autorità del Niger avrebbero deciso di affrontare la questione della siccità con la tecnologia delle piogge indotte, erogando tramite aerei sostanze chimiche nelle nuvole, una miscela di argento, sodio e acetone.
La notizia è stato poi confermata, scrive Le Monde, da Katiellou Gaptia Lawan, direttore della meteorologia nigeriana, che sta conducendo l’operazione con il Consorzio maliano Ibi Air. Il Niger, che tra gli altri problemi deve affrontare le minacce della violenza jihadista, altro fattore che impedisce agli agricoltori di coltivare i loro campi, accusa un tasso di malnutrizione acuta tra i bambini del 12,5%, superando la soglia di emergenza del 10% fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.