Il volontariato ha sempre rappresentato un’importante porta d’ingresso al mondo del lavoro per molti giovani italiani. Attraverso attività di volontariato, i giovani non solo sviluppano competenze pratiche e professionali, ma acquisiscono anche un senso di responsabilità civica e sociale, oltre a creare una rete di contatti utile per il futuro lavorativo.
Negli ultimi anni, la partecipazione giovanile al volontariato in Italia ha mostrato tendenze contrastanti. Secondo i dati del Rapporto Istat sul Volontariato in Italia, nel 2021 circa il 12,9% degli studenti ha partecipato ad attività di volontariato, un dato che segnala un calo rispetto agli anni precedenti.
Questa riduzione è stata associata a vari fattori, tra cui la crescente pressione accademica e la precarietà del mercato del lavoro, che hanno ridotto il tempo e le risorse che i giovani possono dedicare al volontariato.
Tuttavia, altre fonti, come un rapporto pubblicato da Leonardo.it nel 2024, indicano una ripresa del volontariato, sostenuta da iniziative nazionali ed europee per rilanciare il settore.
Questo apparente paradosso potrebbe riflettere una diversificazione delle forme di volontariato, con una crescita in settori specifici come l’ecologia e i diritti civili, particolarmente attraenti per i giovani.
Nonostante il declino segnalato da alcuni studi, il volontariato continua a rappresentare un’importante opportunità formativa per i giovani. Secondo uno studio della Fondazione Volontariato e Partecipazione, i giovani che partecipano al volontariato hanno una probabilità del 40% più alta di trovare un lavoro nei primi due anni dopo la laurea rispetto a coloro che non hanno svolto attività di volontariato
Inoltre, il 31% dei giovani volontari ha riferito di aver ricevuto offerte di lavoro attraverso contatti e reti sviluppate durante l’attività di volontariato. Tuttavia, se la partecipazione giovanile continua a essere in declino in alcuni settori, questa opportunità potrebbe ridursi, con ripercussioni sul mercato del lavoro giovanile e sulla formazione professionale.
Il Servizio Civile Universale è un altro strumento chiave per l’integrazione dei giovani nel mondo del lavoro attraverso il volontariato. Nel 2023, la partecipazione a questo programma è scesa a circa 28.000 giovani, rispetto ai 52.000 del 2017.
Questo calo è stato attribuito a vari fattori, tra cui la riduzione dei finanziamenti e una minore attrattività del programma. Nonostante ciò, il governo sta investendo per rafforzare il Servizio Civile Universale, con l’obiettivo di aumentare il numero di partecipanti fino a 100.000 entro il 2026.
Il calo del volontariato, quando effettivamente presente, è un fenomeno complesso e multifattoriale. Da un lato, la precarietà del lavoro e la necessità di dedicare più tempo agli studi hanno ridotto la disponibilità dei giovani. Dall’altro, vi è una percezione che il volontariato non offra più le stesse opportunità di crescita professionale.
Tuttavia, il cambiamento delle priorità generazionali ha portato anche a nuove forme di volontariato, particolarmente legate alla sostenibilità e ai diritti civili. Ad esempio, Save the Children Italia ha lanciato un programma di volontariato digitale, che permette ai giovani di contribuire a cause sociali direttamente da casa.
Il volontariato in Italia sta attraversando sostanzialmente una fase di transizione, con tendenze contrastanti a seconda delle fonti e dei settori. Mentre alcuni dati indicano un declino della partecipazione giovanile, soprattutto nei contesti più tradizionali, altri mostrano una ripresa e una diversificazione delle attività di volontariato.
Per garantire che il volontariato continui a essere un ponte verso l’occupazione per i giovani, è necessario un impegno congiunto da parte delle organizzazioni non profit, delle istituzioni educative e del governo.
Solo attraverso iniziative mirate e innovative sarà possibile valorizzare il volontariato come strumento di crescita personale e professionale, adattandolo alle nuove esigenze e preferenze delle giovani generazioni.