In Sudafrica le interruzioni di corrente giornaliere durano fino a 10 ore. Il presidente Cyril Ramaphosa ha dichiarato lo “stato di calamità” a livello nazionale per affrontare una crisi elettrica così grave che i proprietari dei supermercati si stanno affrettando a vendere carne prima che vada a male. Molte attività commerciali sono state costrette a chiudere.
A causare i blackout centrali elettriche a carbone obsolete e con pessima manutenzione da parte della compagnia elettrica statale, Eskom, una crisi che dura da oltre 15 anni ma che ha raggiunto il culmine negli ultimi mesi. Ce ne siamo occupati qualche settimana fa, prima che la situazione precipitasse.
A essere colpite le grandi e piccole industrie, i negozi, le imprese familiari, costrette a chiudere e licenziare in un paese in cui una persona su tre è già senza lavoro. Inoltre le interruzioni fanno aumentare i costi della vita quotidiana della popolazione, oltre a generare totale sfiducia nel governo.
Una crisi che tocca per primo il presidente Ramaphosa e l’African National Congress, il suo partito, che aveva promesso di rinvigorire l’economia del Sudafrica e ora deve gestire il collasso totale del Paese. Pane per gli oppositori politici che hanno organizzato grandi proteste di piazza e anche azioni legali contro il governo.
Nonostante la crisi drammatica il presidente non ha proposto un piano d0’azione per uscire dall’attuale situazione. Le interruzioni di corrente sono diventate così comuni negli ultimi quindici anni che Eskom, il fornitore nazionale di elettricità, ha ideato un programma per interrompere l’alimentazione a diversi quartieri in momenti diversi.
Durante l’apartheid Eskom forniva elettricità principalmente alla minoranza bianca del paese, le grandi industrie per l’estrazione mineraria non pagavano, e la politica è rimasta la stessa dopo la fine dell’apartheid, con tariffe basse che non coprono le spese di manutenzione.
La fine del regime razzista e l’ascesa al potere dell’Anc non ha cambiato la situazione. Corruzione e incompetenza nella costruzione di nuove centrali hanno peggiorato le cose fino a portare l’Eskom al crollo di questi giorni. Anche il piano del presidente Ramaphosa di introdurre energia rinnovabile non ha avuto successo.
Che sull’elettricità si concentri lo scontro politico è chiaro anche dalle divisioni che hanno caratterizzato la gestione di Eskom. Sotto accusa del governo è Andrè de Ruyter, all’inizio inviato dallo stesso Ramaphosa per risanare, in seguito accusato di lavorare per l’opposizione.
De Ruyter si è dimesso, ma in un’intervista al Financial Times ha sostenuto che qualcuno aveva tentato di assassinarlo con un caffè al cianuro. Corruzione e giochi di potere di cui sono vittime sacrificali ancora una volta i cittadini sudafricani.
La situazione ha però raggiunto un limite molto pericoloso perchè le interruzioni di corrente toccano l’intero approvvigionamento alimentare. La televisione trasmette molti servizi su allevamenti dove gli animali muoiono a causa delle interruzioni di corrente. E i prezzi del cibo sono ormai fuori controllo.
