A causa dei crescenti casi di crimini contro le donne in Cina, anche il Partito Comunista Cinese è stato costretto a riconoscere in un documento che le crescenti proteste femminili all’interno del Paese sono causate della mancanza di tutela dei diritti delle donne, chiedendo di rispettare l’uguaglianza di genere e la giustizia di genere.
Il cambiamento di clima nel Paese è cominciato in gennaio, quando l’intera nazione è stata scossa dalle immagini di una madre di otto bambini incatenata per il collo a un palo. Le manifestazioni di protesta delle donne hanno scatenato una serie di manifestazioni molto accese nel paese. A quel video ne è poi seguito un altro, dove in un ristorante esclusivo un gruppo di donne veniva molestato e picchiato da uomini, dopo che una di loro aveva protestato contro un uomo che cercava di metterle una mano sulla schiena. E’ seguita un’ondata d’indignazione che ha portato a manifestazioni in molte grandi città
I due incidenti hanno suscitato un dibattito acceso sui social media cinesi, soprattutto contro gli atteggiamenti sessisti radicati nella società cinese, nella quale per le donne è difficile sopravvivere anche oggi.
Un sondaggio di Al Jazeera condotto l’anno scorso sullo stato attuale della rappresentanza delle donne nella politica cinese ha rivelato che “dei quasi 92 milioni di membri del PCC, poco meno di 28 milioni sono donne, cioè meno del 30%. Solo un quinto dell’Assemblea nazionale del popolo è composto da donne.
Inoltre, tra il 24 dicembre 2021 e il 22 gennaio 2022, la legge cinese sulla protezione dei diritti e degli interessi delle donne è stata aperta al pubblico in modo che le cittadine potessero presentare proposte di modifica. 85.221 persone hanno partecipato al primo round di consultazioni nel gennaio 2022, con un numero totale di 423.719 emendamenti proposti. Un evento mai accaduto prima.
Il secondo termine per la proposta di emendamenti è scaduto il 19 maggio 2022 e le donne cinesi continuano ad attendere di conoscerne l’esito affinché la situazione delle donne e i loro diritti possano migliorare nel Paese.
Le donne continuano a svolgere un ruolo periferico nella Cina dominata dagli uomini, che non può tollerare i diritti delle donne. Mai una volta, da quando il Partito ha preso il potere nel 1949, una donna è stata nominata nel massimo organo politico cinese, il Comitato Permanente del Politburo di sette membri. Il vicepremier Sun Chunlan, 71 anni, è l’unica donna nel Politburo, formato da 25 persone, che fa capo al Comitato permanente.
Nei governi locali, questo divario di genere non si riduce. Secondo Valarie Tan, analista presso il Mercator Institute for China Studies in Germania, mentre il 10% delle posizioni di leadership a livello provinciale, municipale e di contea dovrebbero essere riservate alle donne, le quote vengono raramente raggiunte. Le donne occupano solo il 9,33% degli incarichi a livello di contea come capo del governo o segretario di partito, scendendo al 5,29% nelle città e al 3,23% a livello provinciale.
