La Danimarca, già nota per il design elegante e la sostenibilità, fa un passo avanti nel panorama globale: ha introdotto la prima tassa al mondo sulle emissioni di metano prodotte da rutti, flatulenze e letame del bestiame. Potrebbe suonare come una battuta, ma l’iniziativa rappresenta una misura concreta per affrontare il cambiamento climatico.
Con cinque volte più animali da allevamento che persone, e con il 60% del territorio dedicato all’agricoltura, la Danimarca ha riconosciuto che il settore agricolo è una delle principali fonti di emissioni inquinanti. Così, il Parlamento ha approvato una legge che colpirà gli allevamenti intensivi, rendendo i produttori responsabili del metano emesso dai loro animali.
Un gas invisibile ma pericoloso
Il metano è uno dei gas serra più potenti, con un effetto sul riscaldamento globale 80 volte superiore a quello della CO2 nel breve termine. Gli allevamenti di bovini e suini contribuiscono in modo significativo a queste emissioni. La tassa, oltre a ridurre l’inquinamento, punta a incentivare pratiche agricole più sostenibili e a riportare alcune terre coltivate al loro stato naturale, come le torbiere, che possono fungere da serbatoi naturali di carbonio.
Il peso ambientale del cibo
A livello globale, il sistema alimentare genera un quarto delle emissioni di gas serra. La Danimarca si è posta l’obiettivo di ridurre questo impatto attraverso una strategia che prevede non solo la tassazione, ma anche la riconversione di terreni e un cambio culturale nelle scelte alimentari.
Se questa tassa porterà i consumatori a riflettere sulle loro abitudini, il cambiamento potrebbe essere significativo. Un cliente di un supermercato di Copenaghen, carrello carico di pancetta, ha ammesso che la nuova normativa lo ha fatto pensare: “Forse è il momento di fare scelte più rispettose per il clima”.
Un modello per altri Paesi?
Sebbene l’idea possa sembrare insolita, la Danimarca offre un esempio che potrebbe ispirare altre nazioni. Negli Stati Uniti e in Europa, dove l’agricoltura industriale è onnipresente, si discute da anni di misure simili. Il problema è evidente: bilanciare l’impatto ambientale del cibo con la necessità di sostenere gli agricoltori e l’economia rurale.
La tassa danese rappresenta un passo verso un modello di produzione alimentare più sostenibile. Ridere di una “tassa sui rutti” è facile, ma ignorare il problema climatico dietro di essa è impossibile. Con questo provvedimento, la Danimarca ricorda al mondo che anche i problemi più imbarazzanti meritano soluzioni coraggiose.