Il legislatore ghanese ha ratificato una proposta di legge che prevede una sanzione carceraria fino a tre anni per individui riconosciuti colpevoli di appartenere o identificarsi come parte della comunità LGBTQ+. La legge estende la pena fino a un massimo di cinque anni per coloro che partecipano alla creazione o al sostegno finanziario di organizzazioni LGBTQ+.
Durante il processo legislativo, sono stati respinti i suggerimenti di sostituire le sanzioni carcerarie con attività di servizio alla comunità o sessioni di consulenza. Questa decisione rappresenta un ulteriore indizio del crescente dissenso nei confronti dei diritti LGBTQ+ all’interno di questo paese conservatore dell’Africa occidentale.
Per entrare ufficialmente in vigore, il disegno di legge necessita ora dell’approvazione del presidente Nana Akufo-Addo, che in passato ha dichiarato di essere disposto a firmarlo se ciò riflettesse la volontà della maggioranza dei cittadini ghanesi.
Il Ghana criminalizza già le relazioni omosessuali, prevedendo una condanna a tre anni di reclusione.
Amnesty International, nel mese precedente, aveva lanciato un allarme, avvertendo che il disegno di legge potrebbe rappresentare una grave minaccia per i diritti e le libertà fondamentali delle persone LGBTQ+.
Attivisti temono ora l’inizio di una persecuzione mirata nei confronti dei membri della comunità LGBTQ+ e di chi si impegna a difendere i loro diritti, costringendo alcuni a vivere in clandestinità.
Questo timore è stato condiviso da Winnie Byanyima, a capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta all’AIDS, la quale ha evidenziato come la legge, se approvata, non solo intensificherebbe sentimenti di paura e odio, ma potrebbe anche incitare alla violenza contro i cittadini ghanesi, limitando significativamente la libertà di espressione, di movimento e di associazione, con gravi ripercussioni sul progresso dello sviluppo del Ghana.
Il disegno di legge, inoltre, contempla pene fino a 10 anni per chiunque si impegni in attività di promozione dei diritti LGBTQ+ rivolte ai minori e incoraggia la cittadinanza a segnalare i membri della comunità LGBTQ+ alle autorità per le “azioni necessarie”.
L’introduzione di questa legislazione fa seguito all’apertura del primo centro comunitario LGBTQ+ a Accra, la capitale del Ghana, a gennaio 2021, che fu successivamente chiuso a causa di proteste pubbliche e pressioni da parte di gruppi religiosi e leader tradizionali in un paese a maggioranza cristiana.
In una dichiarazione congiunta, il Consiglio cristiano del Ghana e il Consiglio pentecostale e carismatico del paese avevano espresso la posizione secondo cui l’essere LGBTQ+ è contrario alla cultura e al sistema di valori familiari ghanese, rendendolo inaccettabile per i cittadini della nazione.
Il testo approvato rappresenta una versione moderata rispetto a una bozza iniziale, avendo ridotto le pene detentive e eliminato una disposizione controversa sulla terapia di conversione.
Nel corso di un acceso dibattito, Alexander Afenyo-Markin, vicepresidente parlamentare del partito di governo, aveva proposto ulteriori emendamenti, suggerendo una votazione segreta per decidere se le persone condannate per appartenenza alla comunità LGBTQ+ dovessero essere incarcerate o sottoposte a servizio alla comunità e consulenza. Tuttavia, tali proposte sono state respinte a favore delle sanzioni carcerarie.