Migliaia di tibetani provenienti da tutta Europa convergeranno a Roma per commemorare il 64° anniversario della ribellione nazionale tibetana contro il dominio coloniale cinese sul Tibet.
L’Ufficio del Tibet lavora con la comunità tibetana della città ospitante come principale organizzatore delle riunioni generali biennali della coalizione delle 15 comunità/associazioni tibetane in Europa, che rappresentano i tibetani che vivono nel vecchio continente.
Roma è stata ancora una volta scelta come location per la massiccia manifestazione nel marzo 2023 durante l’incontro finale del gruppo, che si è tenuto a Milano all’inizio di ottobre 2022. Determinare il luogo per una manifestazione annuale di massa della rivolta nazionale tibetana in Europa è uno degli argomenti principali di discussione in questi incontri biennali.
Un articolo del Daily Mirror afferma che quest’anno il Raduno della rivolta tibetana svedrà la partecipazione di 60 mila tibetani. All’interno del Tibet occupato dai cinesi non c’è spazio per il dissenso.
La manifestazione è sponsorizzata dall’Associazione Italia-Tibet, dalla gstf sast (società per l’amicizia svizzero-tibetana) e dalla Campagna Internazionale per il Tibet. È organizzato dalla Comunità Tibetana in Italia in collaborazione con altre Comunità Tibetane in Europa. Alla manifestazione a sostegno dei tibetani prenderanno parte diversi gruppi etnici perseguitati, tra cui musulmani uiguri, hongkonghesi, mongoli del sud e taiwanesi in Italia.
I tibetani in Europa vogliono ricordare alla comunità mondiale che la questione del Tibet è ancora aperta, organizzando questo imponente raduno a Roma. Stanno cercando una soluzione alla lunga guerra sino-tibetana.
Per troppo tempo il mondo ha ignorato la situazione. Il mondo deve agire subito contro il Tibet. I tibetani incoraggiano l’Europa a sostenere il Tibet e affermano che l’Europa può dare l’esempio. L’invasione illegale del Tibet da parte della Cina e l’esilio del Dalai Lama
Il Tibet è stato occupato colonialmente dal governo comunista cinese dal 1950 e questa invasione è ancora forte oggi. Il 14° Dalai Lama ha compiuto grandi sforzi per otto anni per cooperare con le autorità cinesi, sulla base degli impegni dell’accordo con Pechino che i rappresentanti del governo tibetano furono costretti a firmare nel 1951.
L’accordo fu firmato sotto la minaccia di un’invasione su vasta scala del Tibet centrale. Gli accordi con gli invasori, tuttavia, sono diventati impossibili da realizzare dopo che la Cina ha puntato a sradicare lo stile di vita tradizionale del popolo tibetano.
I tibetani credevano che l’esercito cinese progettasse di rapire il Dalai Lama nel 1959, invitandolo a partecipare a un evento senza la sua scorta. Per giorni, decine di migliaia di tibetani circondarono Norbulingka, la casa delle vacanze del Dalai Lama, fungendo da muro umano per impedire ai cinesi di catturare il loro leader spirituale..
I tibetani protestano unitariamente contro l’occupazione coloniale cinese, chiedendo la fine dell’autocrazia cinese che ha costretto il Dalai Lama, che oggi ha 87 anni, a fuggire da Lhasa e vivere in esilio in India, dove risiede attualmente.
