È stato presentato ieri a Roma il 34° Dossier Statistico Immigrazione, realizzato da IDOS in collaborazione con Confronti e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. Il rapporto, frutto del lavoro di oltre cento esperti, offre una lettura accurata e complessa del fenomeno migratorio in Italia, evidenziando un panorama politico e sociale sempre più ostile verso i migranti, tra crescenti restrizioni e scarsa integrazione. L’evento ha visto anche interventi di attivisti e figure della società civile che hanno tracciato un quadro preoccupante di marginalizzazione e diritti negati.
Luca Di Sciullo, presidente di IDOS, ha aperto l’incontro riflettendo sulla crisi della convivenza sociale. Citando l’antropologo René Girard, Di Sciullo ha parlato di come la violenza, quasi endemica, alimenti il disfacimento dei legami civili, rendendo i migranti capri espiatori per ogni problema sociale. “I migranti sono diventati il capro espiatorio per la disoccupazione, la criminalità e la povertà,” ha affermato Di Sciullo, denunciando le politiche che privano queste persone dei loro diritti fondamentali, consolidando un clima di paura e sospetto che permea le comunità.
Le violenze lungo le rotte migratorie
Una testimonianza toccante è arrivata da Nawal Soufi, attivista impegnata sulla rotta balcanica, che ha portato l’attenzione sulle violenze ai confini europei e sulla situazione precaria dei migranti nei centri di accoglienza. “Ogni giorno assisto a soprusi contro persone che si trovano abbandonate a loro stesse,” ha spiegato Soufi. Ha descritto condizioni terribili nei campi di accoglienza, dove i migranti rimangono intrappolati per anni, con la salute mentale a rischio a causa dell’uso di psicofarmaci e droghe per affrontare la disperazione. Soufi ha parlato inoltre dei rapimenti di donne e minori da parte di trafficanti che chiedono riscatti alle famiglie. “La polizia non interviene e i migranti vivono con la paura di ritorsioni. Denunciare significa rischiare,” ha concluso Soufi, portando alla luce una realtà di violenza sistemica.
L’importanza dell’inclusione sociale per le nuove generazioni
Noura Ghazoui, presidente del Coordinamento Nazionale delle Nuove Generazioni Italiane (CoNNGI), ha sottolineato il ruolo fondamentale delle nuove generazioni con background migratorio, cresciute in Italia, ma ancora percepite come “altro” nel discorso pubblico. “Noi siamo italiani a tutti gli effetti, e dobbiamo avere lo spazio per partecipare al dibattito pubblico,” ha affermato Ghazoui, rimarcando come l’inclusione sociale sia non solo un obiettivo, ma una responsabilità collettiva. Per Ghazoui, il Dossier è una “luce” su una società che spesso ignora la realtà dei suoi giovani: “Abbiamo il dovere di costruire una comunità che sappia essere solidale e inclusiva.”
Una società divisa tra politiche di chiusura e diritto alla coesistenza
Alessandra Trotta, rappresentante della Tavola Valdese, che ha finanziato il Dossier con i fondi dell’Otto per Mille, ha ricordato che il progetto non è solo una raccolta di numeri, ma uno strumento per raccontare vite umane e costruire una narrativa alternativa. “Non utilizziamo i fondi dell’Otto per Mille per fini di culto, ma per promuovere progetti che rispecchino i valori della solidarietà e dei diritti,” ha spiegato Trotta, rimarcando che il Dossier rappresenta un atto di fede in una società più aperta, basata sui diritti umani.
A chiudere l’incontro, Paolo De Nardis, presidente dell’Istituto “S. Pio V”, che ha espresso un amaro realismo sul futuro: “Le nostre società iperdemocratiche occidentali sono improntate a una visione individualistica che spesso si scontra con la coesistenza sociale. Questo atteggiamento sta lasciando spazio al sopruso e all’esclusione, facendo dell’Europa un luogo dove si sacrificano i diritti umani sull’altare della sicurezza.”
Un appello per una società aperta e inclusiva
Claudio Paravati, direttore del Centro Studi Confronti, ha infine coordinato gli interventi, sottolineando come il Dossier rappresenti uno spazio di riflessione per immaginare un futuro più giusto e meno violento. “I dati e le testimonianze qui raccolti ci obbligano a riflettere e a prendere una posizione netta. La società può scegliere di essere più equa o più esclusiva. Sta a noi scegliere la direzione.”
L’evento si è concluso con un appello accorato affinché i dati e le analisi del Dossier Statistico Immigrazione possano ispirare politiche che mettano al centro i diritti umani e il rispetto per la dignità di ogni persona, evitando di lasciare indietro i più vulnerabili.