Le recenti celebrazioni a Pechino, dove le bandiere africane hanno sventolato su Piazza Tienanmen e i leader africani sono stati accolti con grande fasto, sottolineano il crescente impegno della Cina nel continente africano.
Con più di 50 leader di Paesi africani invitati a Pechino per un summit di tre giorni, la Cina ha dimostrato la sua volontà di rafforzare i legami con il Sud globale, posizionandosi come una potenza globale alternativa agli Stati Uniti e all’Europa.
Durante il summit, il presidente cinese Xi Jinping ha riaffermato il suo impegno a supportare i Paesi in via di sviluppo, criticando apertamente l’approccio occidentale che, secondo lui, ha portato a “immense sofferenze” per queste nazioni.
La Cina si è proposta come partner in una “cooperazione win-win” che mira a modernizzare il continente africano, promuovendo un commercio più equo e offrendo soluzioni tecnologiche e infrastrutturali.
Il summit arriva in un momento delicato per la Cina, che, a fronte di una crescita economica interna rallentata e tensioni geopolitiche con l’Occidente, cerca nuovi mercati per i propri prodotti e maggiori alleanze politiche.
L’Africa, con la sua crescente popolazione e necessità di sviluppo infrastrutturale, rappresenta una grande opportunità per Pechino.
Nonostante la retorica ottimistica, alcuni leader africani hanno espresso la necessità di riequilibrare la relazione commerciale con la Cina. Cyril Ramaphosa, presidente del Sudafrica, ha sottolineato il bisogno di ridurre il deficit commerciale tra la Cina e l’Africa, auspicando un maggiore acquisto di prodotti finiti africani da parte di Pechino.
Parallelamente, la Cina è stata oggetto di critiche per il suo approccio al debito. Essendo uno dei maggiori creditori al mondo, Pechino ha fornito ingenti finanziamenti per progetti infrastrutturali in Africa, ma molti di questi progetti sono stati accompagnati da problemi di corruzione, inquinamento e lavoro forzato.
Inoltre, la riluttanza cinese a concedere significativi sgravi sul debito ha aggravato la situazione economica di diversi Paesi africani.
Il summit ha anche evidenziato un cambiamento nell’approccio della Cina verso l’Africa. Se in passato Pechino aveva investito massicciamente in grandi progetti infrastrutturali, come ferrovie e dighe, oggi si concentra su iniziative più piccole, ma strategiche, come la formazione digitale e lo sviluppo di progetti ecologici.
Questo cambio di rotta è stato sottolineato dall’annuncio di Xi Jinping di un programma per formare 60.000 africani in competenze digitali e collaborare con i media e i militari africani.
La presenza cinese in Africa non si limita solo al commercio e agli investimenti. Recenti dati rivelano come la Cina stia rafforzando il suo ruolo diplomatico nel continente, ottenendo il sostegno africano su questioni globali, come la guerra in Ucraina e il conflitto israelo-palestinese.
Il sostegno africano alla posizione cinese all’interno delle Nazioni Unite, ad esempio, evidenzia l’importanza della cooperazione sino-africana non solo in termini economici, ma anche geopolitici.
La Cina sta cercando di sfruttare il vuoto lasciato dall’Occidente, che sembra sempre più disimpegnato con l’Africa. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno tenuto un summit con i leader africani solo una volta dal 2014, mentre la Cina mantiene incontri regolari ogni tre anni, come parte del Forum on China-Africa Cooperation (FOCAC).
Nel contesto più ampio, questo summit dimostra come la Cina stia cercando di ricalibrare il suo ruolo nel continente africano. Dopo decenni di investimenti infrastrutturali e finanziamenti, Pechino si sta orientando verso una cooperazione più mirata, con un occhio di riguardo alla sostenibilità e al trasferimento di competenze.
Tuttavia, rimangono molte sfide, tra cui l’elevato indebitamento di alcuni Paesi africani, il bilanciamento commerciale e le critiche legate alla mancanza di trasparenza nei progetti finanziati dalla Cina.
Il ruolo crescente della Cina in Africa non riguarda solo l’economia, ma anche il posizionamento politico globale. Questo summit non ha solo celebrato la cooperazione economica, ma ha anche rafforzato i legami diplomatici, consentendo alla Cina di rafforzare la propria influenza su un continente strategicamente cruciale.
Nel 2023, la Cina ha investito 4,61 miliardi di dollari in Africa, il dato più alto dal 2016. Tuttavia, questa cifra è molto inferiore ai quasi 30 miliardi all’anno impegnati nel 2016, segnalando una riduzione dei grandi prestiti per megaprogetti.
La diminuzione degli investimenti è in parte dovuta alla crisi del settore immobiliare cinese e agli elevati tassi di interesse globali, che hanno reso più costoso per i Paesi africani contrarre nuovi debiti. Paesi come Angola e Zambia sono tra quelli maggiormente indebitati con le banche statali cinesi.
La Cina rimane il principale partner commerciale dell’Africa, con progetti che vanno dalla costruzione di infrastrutture alle tecnologie verdi, dimostrando che, anche con un ridimensionamento dei finanziamenti, Pechino continua a essere un attore chiave nello sviluppo del continente.