Con un investimento strategico nel cuore dell’America Latina, la Cina continua la sua espansione globale attraverso la Nuova Via della Seta marittima. Il megaporto di Chancay, situato a 80 chilometri da Lima, rappresenta il più grande progetto infrastrutturale mai realizzato in Perù con il supporto cinese.
L’opera, del valore complessivo di 3,5 miliardi di dollari, ridurrà drasticamente i tempi di spedizione tra l’America Latina e la Cina e promette di trasformare le dinamiche commerciali regionali.
Chancay: un hub strategico per l’America Latina
Il megaporto, costruito con il contributo del 60% di Cosco Shipping Ports e del 40% della Volcan Compañía Minera, avrà un ruolo centrale nel collegare l’America Latina alla Cina. Riducendo i tempi di spedizione a 27 giorni e offrendo una capacità di carico fino a 21.000 TEU, Chancay promette di stravolgere le rotte commerciali regionali.
Sarà il primo porto sudamericano in grado di accogliere le enormi navi da trasporto che non possono attraversare il Canale di Panama.
Con 15 banchine previste, il porto diventerà un nodo logistico per esportazioni chiave come minerali, soia, frutta e pesce congelato, consolidando i legami economici tra la Cina e i Paesi confinanti del Perù, tra cui Ecuador, Colombia e Brasile.
Xi Jinping, presente all’inaugurazione durante il vertice Apec, ha rafforzato gli accordi commerciali con il Perù, estendendo il patto di libero scambio e includendo il megaporto nell’iniziativa Belt and Road.
La strategia cinese dei porti: un dominio globale
Chancay è solo uno dei tasselli del vasto controllo portuale della Cina, che attraverso Cosco Shipping gestisce oltre 300 terminal in 38 scali chiave, tra cui Abu Dhabi, Pireo, Valencia e Zeebrugge. Il colosso statale cinese continua ad acquisire quote strategiche nei porti globali, un piano che ha sollevato preoccupazioni in Occidente, soprattutto negli Stati Uniti e nell’Unione Europea.
Dati aggiornati mostrano che la Cina controlla o gestisce direttamente il 10% della capacità portuale mondiale. Recenti acquisizioni includono il Porto di Amburgo in Germania e il rafforzamento delle attività nei porti di Haifa in Israele e Colombo in Sri Lanka. In Africa, i porti di Djibouti e Mombasa rappresentano ulteriori snodi cruciali per il commercio tra Asia, Europa e Africa.
Geopolitica del commercio e competizione globale
La presenza cinese in America Latina sottolinea una strategia ben definita: creare un’alternativa alle rotte commerciali tradizionali dominanti, mitigando l’impatto delle tensioni con gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Mentre Washington continua a denunciare il dumping commerciale e Pechino rafforza il suo ruolo nel Global South, i Paesi latinoamericani scelgono la Cina come interlocutore privilegiato.
L’espansione cinese nei porti del continente si affianca a trattati di libero scambio, come quello recentemente ratificato con l’Ecuador, e investimenti infrastrutturali capaci di superare l’instabilità politica locale. Xi Jinping, che ha visitato più volte l’America Latina rispetto ai leader americani, si presenta come un promotore della globalizzazione inclusiva.
Le implicazioni future
Il controllo cinese sui porti globali, rafforzato dalla capacità tecnologica e finanziaria di Pechino, non solo consolida la sua influenza economica, ma ridisegna gli equilibri geopolitici mondiali. Con Chancay, la Cina non solo accorcia le distanze commerciali, ma stabilisce un avamposto cruciale per il controllo del Pacifico meridionale.
L’Occidente, di fronte a questa crescente presenza, dovrà rispondere con strategie di cooperazione economica e tecnologica più efficaci per non perdere terreno nella competizione globale. Intanto, la Cina continua a costruire un futuro commerciale che passa inevitabilmente dai suoi porti, oggi più che mai snodi strategici di una rete globale.