L’1 dicembre 1944, a Thiaroye, sobborgo di Dakar, si consumò un episodio tragico e poco noto della storia coloniale francese. Circa 1.600 tirailleurs sénégalais, soldati africani che avevano combattuto per la Francia durante la Seconda Guerra Mondiale e che erano stati prigionieri di guerra in Germania, furono rimpatriati in Senegal. Ma ciò che avrebbe dovuto essere un ritorno trionfale si trasformò in un massacro.
Appena arrivati nel campo militare di Thiaroye, questi uomini protestarono contro i ritardi nei pagamenti delle loro indennità, reclamando il compenso che gli era stato promesso per il loro servizio sotto la bandiera francese. Alcuni si rifiutarono di tornare nei loro paesi d’origine senza aver ricevuto quanto dovuto. La risposta delle autorità francesi fu spietata: le truppe aprirono il fuoco sui manifestanti, uccidendo almeno 35 uomini secondo le stime ufficiali. Tuttavia, molti storici ritengono che il numero reale delle vittime sia molto più alto, con decine di soldati sepolti in fosse comuni mai identificate.
Una memoria deliberatamente cancellata
Per decenni, la Francia ha cercato di occultare la verità su Thiaroye. Secondo Mamadou Diouf, storico senegalese e presidente di un comitato dedicato alla ricerca della verità, “la Francia ha fatto di tutto per rimuovere questo evento dallo spazio pubblico”, impedendo l’accesso agli archivi, minimizzando i fatti e lasciando irrisolte questioni fondamentali come l’identificazione delle vittime e dei responsabili.
Nel 2014, l’allora presidente francese François Hollande definì gli eventi “una repressione sanguinosa e insopportabile”, promettendo di restituire al Senegal tutti i documenti relativi al massacro. Tuttavia, questa promessa è stata solo parzialmente mantenuta. Molti documenti rimangono inaccessibili o dichiarati distrutti, rendendo difficile stabilire una versione completa e accurata dei fatti.
Un crimine che ancora pesa sul presente
Il massacro di Thiaroye non è un semplice capitolo oscuro del passato coloniale: rappresenta una ferita aperta che continua a influenzare le relazioni tra Senegal e Francia. Quest’anno, per l’80º anniversario del massacro, il Senegal ha deciso di rompere il silenzio che aveva caratterizzato i governi precedenti. Per la prima volta, una cerimonia ufficiale annuale si terrà a Thiaroye per commemorare le vittime, segnando un passo significativo verso il riconoscimento e la memoria.
Nel luglio 2024, un primo segnale è arrivato dalla Francia, che ha ufficialmente riconosciuto sei tirailleurs sénégalais uccisi a Thiaroye come “Morti per la Francia”. Sebbene simbolico, questo gesto rappresenta un avanzamento verso la riconciliazione storica, aprendo la strada a potenziali richieste di risarcimento e a una maggiore trasparenza sui fatti.
Le ragioni della protesta e la repressione brutale
Il contesto in cui si svolse il massacro rivela molto sulle tensioni tra la Francia e i suoi territori coloniali durante la Seconda Guerra Mondiale. I tirailleurs sénégalais erano stati reclutati in massa dalle colonie africane per combattere nelle guerre europee. Tornati a casa, molti di loro si trovarono di fronte a promesse infrante: i compensi previsti non arrivarono, le condizioni di vita nei campi militari erano degradanti, e la mancanza di riconoscimento per il loro servizio alimentava un profondo senso di ingiustizia.
Le autorità francesi, tuttavia, temevano che le proteste dei soldati potessero trasformarsi in un movimento più ampio contro il dominio coloniale. La decisione di reprimere violentemente i manifestanti a Thiaroye fu quindi anche un messaggio intimidatorio rivolto alle altre colonie africane.
La lotta per la verità e la giustizia
Per il Senegal, l’80º anniversario del massacro rappresenta non solo un’occasione per commemorare le vittime, ma anche per riaffermare la propria sovranità e promuovere un discorso panafricanista. Il governo ha istituito un comitato di storici, archivisti e ricercatori per approfondire la conoscenza degli eventi e produrre un “libro bianco” entro aprile 2025. Questo documento includerà non solo analisi storiche, ma anche opere letterarie e artistiche per garantire che la memoria di Thiaroye venga preservata per le generazioni future.
Tuttavia, gli ostacoli non mancano. L’inflessibilità delle autorità francesi nel concedere pieno accesso agli archivi rappresenta una barriera significativa. Inoltre, alcune fonti sono state dichiarate distrutte, sollevando dubbi sulla reale trasparenza di Parigi riguardo a questa vicenda.
Un simbolo di ingiustizia globale
Il massacro di Thiaroye non è solo una questione franco-senegalese. Rappresenta un simbolo delle disuguaglianze e delle ingiustizie sistemiche che hanno caratterizzato il colonialismo e che continuano a influenzare il mondo contemporaneo. La commemorazione di questo tragico evento è un passo importante verso il riconoscimento delle responsabilità storiche e la costruzione di un futuro basato sulla giustizia e sull’eguaglianza.
Il massacro di Thiaroye resta una ferita aperta, ma l’impegno del Senegal per mantenere viva la memoria di quegli eventi offre una speranza di riconciliazione. Dare giustizia ai tirailleurs sénégalais significa non solo onorare le vittime, ma anche affrontare con coraggio le verità scomode del passato per costruire un futuro più equo.