Le elezioni che si svolgeranno in questo fine settimana in Nigeria, la nazione più popolosa e la più grande economia dell’Africa, affrontano un clima di diffusa insicurezza e grandi difficoltà economiche, tra disoccupazione e inflazione record, un enorme onere del debito, carenza di carburante, peggioramento delle condizioni di sicurezza, corruzione endemica e servizi pubblici fatiscenti.
E’ la settima tornata elettorale in 24 anni di democrazia, dalla fine della dittatura militare nel 1999. Sono 93,5 milioni i nigeriani iscritti al voto che dovranno sceglierà tra 18 candidati per sostituire il presidente Muhammadu Buhari, che ha raggiunto il limite dei due mandati.
L’aspirante successore scelto dal partito All Progressives Congress, il 70enne ex governatore dello stato di Lagos Bola Tinubu, è favorito insieme all’ex vicepresidente Atiku Abubakar del principale partito di opposizione Peoples Democratic Party, e Peter Obi , un parente outsider di il Partito Laburista.
Nel paese stanno affluendo numerosi osservatori internazionali, tra cui una missione guidata dall’ex vice segretario di Stato americano per gli affari africani Johnnie Carson e una delegazione guidata dall’ex presidente sudafricano Thabo Mbeki.
La Nigeria ha una delle popolazioni in più rapida crescita al mondo, attualmente vicina ai 220 milioni di persone. Si prevede che raddoppierà entro il 2050. Ha anche una delle popolazioni medie più giovani del mondo, con il 42% dei cittadini sotto i 15 anni e un’età media di poco più di 18.
Negli ultimi dieci anni la crescita economica non ha colmato le disuguaglianze sociali, anzi le ha ampliate e la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 42,5%, secondo il National Bureau of Statistics. Quasi il 40% degli elettori registrati ha tra i 18 ei 34 anni
Quattro nigeriani su dieci sono privi di risorse economiche e più di sei su dieci sono considerati “poveri multidimensionali”, ovvero privati di una serie lunghissima di beni e servizi dall’acqua alla scuola fino al pavimento nell’abitazione.
La first lady Aisha Muhammadu Buhari nel settembre scorso si è scusata con i nigeriani per i problemi economici e la crescente insicurezza che hanno vissuto da quando suo marito è stato eletto nel 2015.
L’amministrazione in carica è stata criticata per il suo sistema di tassi di cambio multipli, volto a difendere la valuta nazionale gonfiandone artificialmente il valore. I critici sostengono che tali interventi aumentino la volatilità determinando maggiori fluttuazioni nell’aumento dei prezzi.
Il settore petrolifero rappresenta oltre l′80% delle entrate di bilancio nazionali, lasciando Abuja altamente suscettibile alle variazioni del prezzo del petrolio e alla bassa produzione a causa dei furti di greggio su larga scala che caratterizzano il Paese.
Il Council on Foreign Relations Security Tracker ha documentato circa 7.000 morti violente in Nigeria nel 2022, rispetto alle 9.000 del 2021. Ha inoltre confermato un aumento della violenza di stato contro i civili.
