Dopo la pausa estiva, l’Italia si ritrova a fare i conti con una situazione di povertà sempre più grave. I dati parlano chiaro: secondo gli ultimi rapporti di Caritas e ISTAT, oltre 5,6 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta, un dato allarmante che evidenzia come le famiglie italiane stiano affrontando una crisi economica senza precedenti.
La crescente inflazione, il costo della vita sempre più alto e l’insufficienza dei sussidi sociali rendono questa condizione insostenibile per milioni di cittadini.
Le politiche adottate dall’attuale governo hanno peggiorato la situazione per le famiglie più vulnerabili. Con la revisione del reddito di cittadinanza, avvenuta nel corso dell’anno, si è drasticamente ridotto l’accesso a un sussidio che, pur con i suoi limiti, rappresentava un’ancora di salvezza per molte persone in difficoltà.
Il nuovo assegno di inclusione, che dovrebbe sostituire il reddito di cittadinanza, è stato impostato con criteri più stringenti, escludendo migliaia di famiglie che non riescono a far fronte alle spese quotidiane. Non solo: il nuovo sistema prevede che le persone “occupabili” perdano il diritto al sussidio dopo soli sette mesi, lasciando un vuoto nelle misure di supporto sociale.
Un’altra misura che ha colpito duramente le famiglie italiane è stata la revisione dell’assegno unico universale. Questo strumento, destinato a sostenere le famiglie con figli, è stato modificato riducendo gli importi per numerose famiglie a basso reddito, che ora devono affrontare difficoltà maggiori nel coprire le spese scolastiche, alimentari e sanitarie.
Le nuove soglie di accesso e l’aumento della burocrazia necessaria per richiedere il sussidio hanno fatto sì che molti nuclei familiari non riescano più a beneficiare dell’assegno, aggravando ulteriormente la loro situazione.
A ciò si aggiungono i problemi legati all’aumento dei prezzi dell’energia e degli affitti. Nonostante le promesse di sostegni alle famiglie per far fronte ai rincari, le misure messe in atto sono state del tutto insufficienti.
Il Fondo di Solidarietà per le Famiglie, introdotto dal governo, ha fornito solo un aiuto temporaneo e di entità minima, incapace di contrastare l’effetto devastante dell’inflazione sul potere d’acquisto delle famiglie italiane.
Il costo dell’energia, in particolare, continua a pesare sui bilanci familiari, e molte famiglie si trovano costrette a scegliere tra riscaldare la propria casa o mettere il cibo in tavola.
In vista della nuova Legge di Bilancio, le aspettative erano alte, ma le prime bozze del documento non sembrano andare nella direzione giusta. Invece di incrementare i fondi per i sussidi e per il sostegno alle famiglie, il governo ha confermato il taglio delle risorse destinate al welfare.
Sono stati limitati ulteriormente i fondi per il reddito di cittadinanza, e non ci sono stati aumenti significativi per l’assegno unico, né per i contributi alle spese energetiche.
A peggiorare la situazione, il governo ha avviato una revisione delle agevolazioni fiscali, colpendo alcune delle detrazioni fondamentali per le famiglie a basso reddito.
Questo significa che, a partire dal prossimo anno, molte famiglie non potranno più beneficiare di sgravi fiscali su spese essenziali, come quelle per l’istruzione e la sanità, aggiungendo ulteriori difficoltà economiche.
L’approccio dell’attuale esecutivo non è amico dei poveri. Il messaggio che sembra emergere dalle politiche messe in atto è quello di una progressiva riduzione del welfare, con l’idea che chiunque possa “tirarsi su” da solo, senza l’aiuto dello Stato.
Questa visione ignora però la realtà di milioni di persone che, a causa di un mercato del lavoro sempre più precario e di una crisi economica senza fine, non hanno gli strumenti per migliorare la propria situazione senza un supporto concreto.
Il governo dovrebbe invertire questa rotta. Servono interventi strutturali e di ampio respiro per contrastare la povertà: un aumento significativo dei sussidi sociali, l’eliminazione dei limiti stringenti per l’accesso all’assegno di inclusione, e un rafforzamento delle misure a sostegno delle famiglie con figli.
Inoltre, è indispensabile un piano di sostegno energetico di lungo termine, che consenta alle famiglie di non essere più schiacciate dal peso delle bollette.
La povertà in Italia è una realtà che richiede un’azione immediata e decisa, non tagli o riforme che escludono ulteriormente chi è in difficoltà. Senza un cambio di rotta, altri milioni di famiglie rischiano di cadere in una condizione di povertà permanente.
Per invertire la rotta e affrontare in modo efficace la povertà crescente in Italia, il governo deve adottare un’agenda concreta e strutturata. In primo luogo, è necessario ripristinare e potenziare i sussidi sociali, a partire dal reddito di cittadinanza, garantendo l’accesso a chi ne ha bisogno senza criteri troppo restrittivi.
Bisogna rivedere l’assegno unico universale, ampliandolo e semplificando le procedure, affinché tutte le famiglie con figli possano ricevere un sostegno adeguato.
Un altro punto centrale è l’introduzione di misure immediate contro l’aumento del costo della vita. Il governo deve rafforzare i contributi per le spese energetiche, e varare un piano nazionale per calmierare gli affitti, soprattutto nelle città più colpite dalla crisi immobiliare.
Serve inoltre una riforma del mercato del lavoro, con incentivi per l’occupazione stabile e ben retribuita, soprattutto per i giovani e le donne, che sono tra le categorie più colpite dalla povertà.
Infine, occorre implementare una strategia contro la povertà infantile, garantendo a tutti i bambini e adolescenti accesso all’istruzione, ai servizi sanitari e a una vita dignitosa. Queste azioni non possono più aspettare: devono diventare una priorità nella prossima Legge di Bilancio e nelle future politiche sociali.