In un contesto come quello francese, segnato da un deficit pubblico che lo scorso anno ha toccato il 5,5%, l’opzione di avviare una nuova riforma dell’assicurazione sulla disoccupazione per contenere la spesa, piuttosto che identificare nuove fonti di entrate, ha sollevato perplessità anche all’interno della maggioranza.
In risposta, Attal ha proposto di introdurre una tassazione sugli affitti, ovvero sui redditi non derivanti dal lavoro, sollecitando al contempo proposte concrete entro giugno, in vista delle elezioni europee.
A questo fine, ha delegato una missione a quattro parlamentari di maggioranza, inclusi il relatore generale sul bilancio Jean-René Cazeneuve, l’ex ministro Nadia Hai e il presidente del gruppo Modem Jean-Paul Mattéi.
Per contrastare il deficit crescente, Attal si è detto disposto anche a imporre tasse più severe sui superguadagni di aziende energetiche e petrolifere, che hanno registrato utili record a seguito dell’incremento dei prezzi dell’energia.
Nonostante questa misura non abbia generato le entrate attese, il governo ha escluso l’ipotesi di estendere la tassazione ai superprofitti di altri settori, inclusi quelli più prosperi. “Il lavoro è al centro della nostra politica”, ha ribadito il Primo Ministro, enfatizzando la coerenza del governo, che non intende né aumentare le tasse né imporre misure di austerità.
Non sapendo più dove attingere denaro, la scorsa settimana Attal ha allora rilanciato il dibattito su una riforma dell’assicurazione di disoccupazione, evidenziando la necessità di considerare anche “una maggioranza silenziosa” di lavoratori francesi che sentono di essere gli unici a dover sopportare sacrifici.
Questa posizione ha scatenato malcontento interno sin dal suo arrivo a Matignon, esponendolo al rischio di una mozione di censura, già contemplata da France Insoumise secondo il deputato e presidente della Commissione Finanze Eric Coquerel, e dai Repubblicani, tradizionalmente attenti alla gestione dei conti pubblici.
Per placare le tensioni, Attal ha annunciato che la prossima settimana il governo presenterà le sue previsioni di bilancio per ridurre il deficit al 3% entro il 2027, in previsione della discussione parlamentare autunnale. “Il nostro obiettivo è liberare il Paese dal debito”, ha affermato, di fronte alle prime resistenze all’interno della sua coalizione.
Pur opponendosi all’incremento delle tasse, ritenute impopolari, il Primo Ministro vede questa misura come segno di vitalità, rifiutando l’idea che la maggioranza possa essere considerata in crisi ogni volta che emergono divergenze, soprattutto in prossimità delle elezioni europee, consapevole che una spaccatura interna potrebbe essere fatale.