venerdì, Dicembre 8, 2023
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La rivolta dei contadini olandesi

Gli agricoltori in Olanda stanno protestando in quello che è diventato un vero e proprio scontro frontale con il governo di Mark Rutte. Centri logistici bloccati nei supermercati, scaffali dell’ortofrutta vuoti, i grandi supermercati che denunciano perdite per milioni di euro. Due giorni fa la polizia ha arrestato 19 manifestanti, tra cui nove minorenni, per il blocco degli agricoltori nei centri di distribuzione a Bleiswijk, nell’Olanda meridionale. Nel mirino dei manifestanti ci sono i piani del governo per ridurre le emissioni inquinanti. Gli agricoltori temono che le misure del governo possano danneggiare le loro attività e chiedono il ritiro dei piani del governo di dimezzare le emissioni di azoto entro il 2030. Alle proteste degli agricoltori si sono aggiunti anche i cosiddetti convogli della libertà che erano sorti in sostegno ai convogli della libertà che manifestava contro le misure prese sulla pandemia da covid in Canada.

Le proteste toccano anche la capitale Amsterdam, dove uno striscione ieri avvisava il governo: “La guerra è iniziata e noi stiamo vincendo”. Molti temi si mischiano in questa protesta che le tradizionali associazioni di agricoltori non riescono a contenere. Su tutti le accuse alla televisione olandese di disinformare sulla protesta in corso e diffondere fake news del governo sulle intenzioni di ridurre l’inquinamento. Sebbene l’azoto sia un gas inerte, può essere altamente inquinante in composti come l’ammoniaca, gli ossidi di azoto e il gas serra, il protossido di azoto. Ai governi regionali è stato concesso un anno per formulare piani dettagliati, che dovrebbero avere un impatto anche sul traffico e sull’industria.

A guidare gli agricoltori in questo momento è in particolare la Farmers Defence Force, la cui retorica radicale non è assimilabile a quella delle tradizionali associazioni agricole. Il loro presidente Mark van den Oever ha spesso sostenuto che la situazione dei contadini sarebbe come quella degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Il loro logo, i due forconi incrociati, compare in tutte le manifestazioni. Uno scenario e slogan già visti anche da noi con però la non lieve differenza che questa protesta ha di fatto svuotato i supermercati e creato problemi di approvvigionamento alle famiglie. Ma la tensione non sembra destinata ad allentarsi. Mark van den Oever ha affermato che la protesta di massa della scorsa settimana da parte di 40.000 agricoltori a Stroe, nella Gelderland, non ha “ottenuto nulla” e sono necessarie ulteriori azioni.

D’accordo con lui anche Sander van Diepen, portavoce di un’altra organizzazione agricola, la Lto, secondo cui “Queste riduzioni sono così gravi che quelle comunità rurali saranno totalmente devastate economicamente, ed è per questo che i nostri agricoltori continueranno a protestare”. L’intera filiera continua quindi ad avere ripercussioni, a partire dai trasporti che contribuiscono anche alle emissioni di ossidi di azoto. E qualche crepa comincia a verificarsi anche nel governo Rutte. In una votazione del gruppo parlamentare del Vvd, il partito del premier, il 51% dei membri ha votato una mozione con cui ritiene che il piano del governo vada troppo oltre e offra troppo poche prospettive per gli agricoltori.

Secondo uno studio del National Geographic le pratiche agricole nei Paesi Bassi sono intensive a causa del loro metodo di allevare grandi quantità di bestiame su piccole aree di terra. Il governo da parte sua non è stato in grado di approvare determinati progetti di costruzione e infrastruttura in questi anni proprio a causa della violazione delle norme ambientali in materia di emissioni. Allora l’esecutivo ha tentato altre strade, come esortare gli agricoltori a fornire al loro bestiame mangime che contenga meno proteine ​​come percorso per ridurre queste emissioni, ma con le pratiche di allevamento intensivo che continuano non è bastato a ridurre l’inquinamento.

Per il momento non s’intravede una possibilità d’accordo. Tra accuse reciproche, manifestanti che caricano le auto della polizia e poliziotti che nei giorni scorsi hanno risposto sparando su un trattore. Quel che è certo è che per diversi giorni ancora gli scaffali dei supermercati resteranno vuoti e questo potrebbe portare l’opinione pubblica a spingere sul governo per cedere almeno in parte alle richieste degli agricoltori.

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