Inizia oggi a Davos, in Svizzera il World Economic Forum, ovvero la saga degli ipocriti, i governi dei paesi economicamente più forti e schierati con i ricchi, che giustificano con leggi, emergenze e guerre i profitti basati sullo sfruttamento di persone e ambiente, la morte di bambini e adulti per mancanza di acqua e cibo.
Migliaia di manager, Ceo, membri del consiglio di amministrazione e politici di alto livello discuteranno per una settimana della disuguaglianza globale. Ci faranno anche la morale, senza vergogna. Ci diranno di ridurre i consumi, di quanto sono impegnati a colmare le distanze tra ricchi e poveri. Bugiardi.
Basterebbe seguire le indicazioni dell’Oxfam per esempio, di cui parliamo a parte in un articolo su Diogene di oggi,, per avviarsi davvero verso la strada almeno di una diminuzione delle diseguaglianze.
Ogni anno la stessa storia. Senza che i commentatori più illustri si chiedano: Scusate, ma come è possibile che ogni anno dite le stesse cose, vi percuotete il petto per la fame nel mondo e poi appena tornate a casa i patrimoni miliardari nei vostri rispettivi paesi non li tocca nessuno, non vengono tassati progressivamente?
E’ un po’ come il Festival di Sanremo, tutti lo criticano ma lo vedono a tutti, per tutti è un’occasione di mettersi in mostra e fare affari. Anche a Davos se la cantano e se la suonano, solo che ormai c’è veramente poco da cantare e da suonare. A cantare gli elogi del potere ci pensano gli incensatori dei potenti nelle redazioni di mezzo mondo.
Sempre su Diogene di oggi vi presentiamo un rapporto per cui nel 2021 sono stati 5 milioni i bambini nel mondo morti prima di arrivare a cinque anni. Eppure anche nel 2020 si era svolto il vertice di Davos, pochi giorni prima della pandemia da Covid. Se fossimo superstiziosi cominceremmo a pensare che i ricchi portano anche sfortuna oltre a essere rapinatori seriali.
Però nel 2021 le morti dei bambini sono aumentate nonostante Davos 2020. Per mancanza di acqua e cibo non di giocattoli. Ovvero per il mancato accesso a un rubinetto e al pane. Ma davvero possiamo accettare che questo avvenga senza arrabbiarci selvaggiamente?
Noi non lo accettiamo care lettrici e lettori di Diogene. E vogliamo fare in modo che non lo accettiate nemmeno voi. Ma non con promesse, come quelli di Davos. Lottando, parola desueta. Noi lottiamo fornendo dati, analisi, ricerche, fatti concreti. L’indignazione serve soltanto a mantenere le cose come stanno, bisogna arrabbiarsi restando lucidi.
La politica d’opposizione al sistema economico che produce morte prima ancora che disuguaglianza è la grande assente di questa era in Italia e nel mondo. E’ anche colpa vostra e nostra però, dobbiamo dirlo senza ipocrisia. Non serve la lacrimuccia sul dolore universale, quella è beneficenza, umanità, ma non è politica.
Inutile dare la colpa ai partiti, sono due decenni che ce lo ripetiamo, però, siccome abbiamo ancora qualche privilegio da difendere in questa parte del mondo dove siamo nati per caso, non ci viene in mente che se vogliamo inserire nell’agenda della politica con forza il tema della disuguaglianza dobbiamo essere noi la politica.
Il problema è che siamo ipocriti come i babbioni di Davos. Siamo complici. Che fine ha fatto il salario minimo? Cosa sostituirà il Reddito di Cittadinanza? Quale sviluppo può invertire la tendenza alla povertà mondiale? Temi che stanno un giorno sui giornali e poi scompaiono, abbiamo una serie tv da guardare.
828 milioni di persone, ovvero una persona su dieci sulla terra, muoiono di fame. Secondo la Banca mondiale, questo è il più grande aumento della disuguaglianza e della povertà globali dalla seconda guerra mondiale. Perchè anche questa è una guerra. Una guerra contro i poveri.
Qualche rimedio ci sarebbe anche nel quadro attuale. La tassa sui profitti in eccesso per ridurre i profitti inflazionistici. Tasse di successione più elevate per gli eredi aziendali e tasse sulla proprietà. I governi dovrebbero investire i fondi aggiuntivi guadagnati in questo modo, ad esempio nei sistemi di istruzione e sicurezza.
Invece, nella fase del cosiddetto neoliberismo, i governi di molti stati hanno lasciato maggiore libertà di azione ai proprietari di capitali. Le tasse sulla ricchezza e sui redditi elevati sono diminuite. Anche nei paesi governati da coalizioni sedicenti di sinistra.
Quando incontriamo una persona che chiede la carità nelle nostre strade anzichè commuoverci dovremmo percorrere a ritroso tutta la strada che lo ha portato in quella strada. Se riuscissimo a fare almeno questo oltre a toglierci qualche spiccio per farlo mangiare saremmo in grado di porre il problema seriamente ai partiti, alla politica.
Invece continuiamo a vedere i salari sempre più miseri come un’ancora di salvezza, senza comprendere perchè ci compri sempre meno cose. Senza capire che stiamo per finirci tutti in strada e senza nemmeno il navigatore per orientarci. Perchè alla fine l’ipocrisia dei potenti di Davos è anche la nostra ipocrisia.