Meta sta aprendo un nuovo capitolo nella collaborazione tra tecnologia e difesa, una mossa che segna un cambio di passo rispetto alla politica aziendale finora seguita. I suoi modelli di intelligenza artificiale, noti come Llama, saranno ora disponibili per agenzie governative statunitensi e appaltatori militari.
Una decisione che rompe con le linee guida che proibivano l’uso delle tecnologie Meta in ambito militare e nucleare, consentendo ora l’utilizzo dei modelli AI per scopi militari, purché – precisa l’azienda – in modo “responsabile ed etico”.
La decisione, annunciata da Nick Clegg, presidente degli affari globali di Meta, punta a garantire un vantaggio tecnologico ai “valori democratici” e a rafforzare la sicurezza e prosperità economica degli Stati Uniti e dei suoi alleati.
Il coinvolgimento di partner come Lockheed Martin, Palantir, e Booz Allen sottolinea l’impegno di Meta nella corsa globale alla supremazia dell’IA, mirando a rafforzare l’ecosistema di difesa americano.
Il collegamento tra il mondo digitale e quello militare non è nuovo, ma si sta intensificando grazie ai recenti sviluppi tecnologici. L’esempio più evidente è il sistema satellitare Starlink di SpaceX, la società di Elon Musk.
Nella guerra in Ucraina, i satelliti Starlink hanno svolto un ruolo cruciale, garantendo comunicazioni sicure anche nelle aree più colpite e prive di infrastrutture. Allo stesso modo, nella recente crisi in Medio Oriente,
Starlink ha permesso comunicazioni in zone di conflitto, evidenziando come l’accesso a reti satellitari private possa trasformare l’equilibrio delle forze sul campo.
Il legame tra economia digitale e difesa va oltre le comunicazioni satellitari. In passato, Microsoft, Google e Amazon sono stati coinvolti in collaborazioni con il Pentagono e altre agenzie statunitensi, talvolta suscitando proteste tra i dipendenti.
In particolare, l’accordo di Microsoft con il Pentagono per la fornitura di visori Hololens, destinati a scopi militari, e il progetto Maven di Google per l’uso dell’AI nel riconoscimento delle immagini per scopi militari, hanno incontrato opposizione interna, portando Google a non rinnovare il contratto.
Anche il tema della regolamentazione e sicurezza delle tecnologie open source si impone nel dibattito. Meta, in particolare, promuove una visione dell’intelligenza artificiale aperta e collaborativa, a differenza di altre grandi aziende che mantengono il codice proprietario per evitare rischi di abuso.
Tuttavia, questa apertura ha portato preoccupazioni: recenti notizie indicano che istituzioni legate al governo cinese avrebbero usato i modelli Llama per sviluppare applicazioni a supporto dell’Esercito Popolare di Liberazione.
Meta ha contestato queste informazioni, affermando che la Cina non ha autorizzazione a usare Llama per scopi militari, ma il caso solleva interrogativi su chi controlla davvero l’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale.
La nuova alleanza tra Meta e le agenzie di difesa americane potrebbe influenzare anche la concorrenza internazionale. Paesi come la Cina e la Russia hanno investito ingenti risorse in tecnologie IA e militari, e l’utilizzo dei modelli Llama potrebbe offrire agli Stati Uniti un margine competitivo in settori come la sicurezza informatica, il monitoraggio del terrorismo e la difesa cibernetica. In un mondo sempre più connesso e digitalizzato, la simbiosi tra big tech e difesa sembra destinata a rafforzarsi.
Meta, insieme alle altre potenze tecnologiche della Silicon Valley, si trova così a un bivio etico e strategico: promuovere tecnologie che possano potenzialmente supportare conflitti, pur cercando di mantenere un’immagine di responsabilità e trasparenza.
La scelta di Meta di rendere accessibili i modelli Llama agli alleati degli Stati Uniti, come i membri dell’alleanza Five Eyes, potrebbe rappresentare uno spartiacque nel modo in cui la tecnologia digitale si intreccia con la geopolitica e la sicurezza nazionale.