di Federico Bonadonna
I “nuovi” simboli architettonici di Roma e Milano sono la Vela di Calatrava e la Torre UniCredit di César Pelli.
La costruzione delle due opere è iniziata più o meno nello stesso periodo, 2007 la prima, per i Mondiali di Nuoto, e 2009 la seconda, con la differenza che quest’ultima è stata completata nel 2012 ed è funzionante (non solo il grattacielo che ospita 4.000 lavoratori, ma anche i dintorni con la piazza Gae Aulenti piena di locali, negozi e gente che si ritrova intorno alla fontana), mentre la Vela – che alla fine, se mai ci sarà una fine, costerà forse più della Torre (500 milioni di euro) – non è mai stata ultimata eppure continua a richiedere finanziamenti pubblici.
Ho visto la dubaizzazione urbana in azione per la prima volta tra il 2008 e il 2012, quando ho vissuto in Libano. Ho visto Beirut cambiare sotto i miei occhi, splendidi palazzi damasceni abbattuti per far posto a grattacieli di vetro e metallo.
Quando poi sono andato a Dubai ho capito da dove veniva quello stile devastante per l’ambiente ma di forte impatto estetico, anche se salire sul Burj Khalifa non dà nemmeno lontanamente l’emozione della salita sull’Empire State Building.
Forse perché la storia del nuovo mondo, King Kong, Gotham City e tutto il resto è ormai nel nostro immaginario, mentre il segno di Dubai può far presa su un altro inconscio collettivo.
È una battuta, naturalmente, visto che l’inconscio collettivo è stato abbondantemente colonizzato dalla globalizzazione capace di risignificare in continuazione le sue merci.
Così oggi la Vela simboleggia Roma e la sua rovinosa incompiutezza ben rappresentata nel restauro ottocentesco del Colosseo di Stern e Valadier e non solo perché a Roma l’importante è garantire il profitto dei costruttori che, come sosteneva Ettore Scola, garantiscono la continuità storica della città eterna.
A Milano le cose devono funzionare, almeno sul piano pratico, ma quando scoppierà la bolla immobiliare forse Milano la pagherà cara, mentre Roma permarrà sulle sue rovine.
Federico Bonadonna