Fallita la prima esecuzione tramite iniezione letale, il detenuto Alan Eugene Miller verrà ucciso in Alabama tramite ipossia da azoto. Gli esportatori di democrazia, così attenti a denunciare il mancato rispetto dei diritti umani di altre nazioni, quando si tratta di pena di morte non sono secondi a nessuno in quanto a orrore.
Il caso Miller non è il primo e non sarà l’ultimo, almeno in quello Stato, dopo che per ben due volte l’applicazione della pena di morte con l’iniezione letale è fallita. La prima volta proprio nel settembre scorso con Alan Miller, poi è stata la volta di Kenneth Smith il 17 novembre. Il motivo del fallimento è stato che i medici non sono riusciti a trovare la vena del condannato dove inserire l’ago in entrambi i casi.
Smith era stato condannato per omicidio all’ergastolo dalla giuria, ma il giudice del processo ha annullato la raccomandazione della giuria e lo ha condannato a morte. Miller invece ha problemi di salute mentale e un disturbo della personalità diagnosticato. Un film horror appunto.
Miller è detenuto nel braccio della morte dal 1989, 33 anni trascorsi in attesa della morte certa per mano dello Stato. E invece non è stato certa la loro morte nè per lui nè per Smith quando sono stati distesi sul tavolo dove gli sarebbe stata praticata l’iniezione per ucciderli. Una tortura inaccettabile.
L’Alabama si distingue tra gli stati con pena di morte per la sua incapacità di fornire un’adeguata consulenza alle persone che rischiano la pena di morte durante il processo o in appello. I tassi di risarcimento sono troppo bassi e non esiste un sistema di difesa pubblica in tutto lo stato.
Quasi il 20% delle persone attualmente nel braccio della morte sono state condannate a morte per deroga giudiziaria come Smith. L’Alabama ha costantemente uno dei più alti tassi di esecuzione pro capite della nazione.
Con 70 esecuzioni e nove commutazioni in carcere a vita dal 1976, l’Alabama ha un tasso di errore scioccante: per ogni otto persone giustiziate una è stata prosciolta. Dal 2010 sono state giustiziate due persone con accertati disturbi mentali.

I farmaci tradizionali per l’iniezione letale come il pentobarbital sono diventati più difficili da ottenere per gli stati perché i produttori non li vendono per l’uso nelle esecuzioni. Per questo motivo e per l’impossibilità dei medici di trovare le vene in cui introdurre l’ago nei casi citati, l’Alabama ha deciso di utilizzare l’ipossia da azoto per uccidere. Un metodo inedito per il quale non esiste nessun protocollo
Miller ha raccontato gli eventi del 22 settembre in una nuova denuncia depositata in tribunale giorni dopo, sostenendo che il personale gli ha pungolato e perforato le estremità con aghi per più di 90 minuti mentre era legato alla barella della camera della morte a Holman.
Gli è stato inserito un ago talmente in profondità nel piede da colpire un nervo, facendo tremare il suo corpo per le restrizioni della barella. Solo una persona negli Usa è stata giustiziata dopo un tentativo fallito: il diciottenne Willie Francis nel 1947.
La governatrice dell’Alabama Kay Ivey, repubblicana fedele a Donald Trump, ha approvato l’ipossia da azoto come metodo alternativo nel 2018, ma non è mai stato utilizzato per giustiziare un essere umano.
Durante un’esecuzione per ipossia da azoto , il condannato viene costretto tramite una maschera a respirare azoto gassoso puro, che lo uccide diminuendo il livello di ossigeno nel sangue. Il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Neil Gorsuch ha scritto nel 2019 che le prove presentate alla corte indicavano che l’ipossia da azoto potrebbe causare più dolore dell’iniezione letale, a seconda di come viene somministrata.
