domenica, Settembre 8, 2024
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L’arresto di Durov equivale alla decodifica di Enigma

Questa vicenda di Telegram, dell’arresto del suo amministratore/ideatore Durov, meriterebbe molto più complottismo dell’affondamento del Bayesan a Palermo.

Se anche si arrivasse a decrittare le chiavi di Telegram, tempo poche ore e qualcuno inventerebbe un altro codice ancora più imperforabile. E così via, all’infinito.

Purtroppo la definizione migliore si trova su un giornale di destra: è come arrestare l’inventore del telefono per i reati commessi da chi telefona.

Telegram al momento è lo strumento basilare per il dissenso politico, soprattutto nei paesi che più esplicitamente lo perseguono.

Spacciatori, papponi e terroristi fregavano la polizia prima del computer e di Telegram e continueranno dopo Telegram.

Il caso Durov è complementare, speculare, al caso di Edward Snowden, che proveniva dall’Nsa, dai servizi segreti, e denunciò la sorveglianza illimitata dei governi sulle comunicazioni dei cittadini.

Qui abbiamo chi garantisce la privacy dei cittadini, anche se facendoci montagne di soldi sopra e per una serie d’interessi che non c’entrano con la democrazia, e che per questo è il bersaglio principale dei servizi segreti di tutto il mondo.

Sta di fatto che Snowden è a Mosca e Durov è a Parigi. E non è una geolocalizzazione gratuita questa, è la polarizzazione digitale di uno scontro tra intelligence

Snowden ha descritto l’arresto di Durov in Francia come un attacco ai diritti fondamentali di libertà di parola e associazione, esprimendo sorpresa per il comportamento di Macron.

La sorpresa maggiore però, si obietta facilmente a Snowden, è data dalla scelta consapevole di Durov di atterrare in un Paese dove già sapeva che sarebbe stato arrestato.

Così come è difficile immaginare che l’asilo politico a Snowden sia stato dato in cambio di nulla è altrettanto poco probabile che non ci sia stato un accordo tra Durov e i francesi.

Una contrattazione seguita al rifiuto del Cremlino d’incontrare Durov a Baku poco prima del suo arresto, sostengono i servizi ucraini, che però forniscono anche un’altra versione contraddittoria, paragonando l’arresto di Durov all’hackeraggio della macchina Enigma durante la Seconda guerra Mondiale, in quanto potrebbe svelare l’intera rete di agenti russi in Europa.

Qualunque sia l’intenzione di Durov, sta di fatto che a cavalcare l’ondata in favore della sua libertà e di quella di Telegram è stata fin qua la destra, quella europea e quella Usa, per bocca di Elon Musk, proprietario di X, altro social accusato di alimentare violenza.

Accade così che i difensori delle libertà civili, dalla sinistra ai liberali che tuonano contro i regimi autocratici, sono per perseguire legalmente Durov e Telegram e gli amici degli autocrati ritengono Telegram strumento delle libertà civili.

E’ soltanto l’ultimo dei tanti paradossi che la società digitale offre ai nostri occhi. Ed è forse il più interessante, in quanto da un codice binario per macchine rischia di riscrivere un codice monorotaia per umani.

“File:Pavel Durov 26years.jpg” by Гаянэ Манукян is licensed under CC BY 3.0.

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