Colpiti duramente dalla povertà, i nigeriani sono costretti a comprare di tutto in piccolissime quantità. Pochi grammi di dentifricio, pochi centilitri di olio da cucina: nelle strade di Lagos, capitale economica del paese più popoloso dell’Africa, le bustine fanno ormai parte dell’arredamento con i loro colori sgargianti.
I nigeriani ora acquistano i beni di prima necessità in piccole quantità, confezionati in minuscoli sacchetti di plastica, da consumare durante la giornata. Ma come si è arrivati a questo “imbustamento” della povertà?
Per i grandi marchi all’origine di questo imbustamento in piccolissime quantità, imbustamento dell’economia, si tratta di un’innovazione che consente l’accesso al consumo a tutti i nigeriani, la maggior parte dei quali sopravvive giorno per giorno. Per alcuni economisti e politici si tratta invece di un’aberrazione, con risvolti anche ecologicamente discutibili.
In una bustina puoi trovare cinque grammi di dentifricio, dieci centilitri di olio da cucina: strangolati dal costo della vita, i nigeriani acquistano ora i generi di prima necessità in piccole quantità, confezionati in minuscoli sacchetti di plastica, da consumare durante la giornata. Caffè per una sola dose, latte in polvere per una sola tazza, qualche grammo di cereali per una ciotola, rasoi venduti singolarmente, detersivo in polvere per un solo lavaggio.
Anche la crema repellente per zanzare, quella per alleviare le punture, viene venduta in una confezione di plastica più piccola del palmo di una mano. Oltre l’olio da cucina possono essere acquistate in porzioni monodose le spezie e la salsa di pomodoro. Una bustina, per ogni ingrediente e per ogni pasto.
Quella che era l’economia più in salute dell’Africa è stata duramente colpita dalla pandemia, con un’impennata dei prezzi del 17% nel solo 2021. Sei milioni di nigeriani sono entrati nel tunnel della povertà assoluta. Ora con la guerra in Ucraina la situazione è destinata a peggiorare e la Banca Mondiale prevede che produrrà un altro milione di poveri con un’inflazione al 15,5%. In tutto, il numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema dovrebbe raggiungere i 95,1 milioni, in sostanza un nigeriano su due.
La storia delle bustine per il consumo giornaliero nacque in sordina nel 2010, per incoraggiare i consumatori a provare nuovi prodotti. Ma a partire dalla grande recessione del 2016, causata in Nigeria dal calo dei prezzi del petrolio, i consumatori si sono rivolti a questo formato di vendita per far fronte alla mancanza di disponibilità di denaro. Alla questione economica si aggiunge come detto quella ecologica, in quanto anche la domanda sul mercato interno di piccoli imballaggi in plastica è esplosa, creando confezioni per pochi grammi di prodotto, lasciando senza soluzione il problema dello smaltimento delle confezioni stesse.
