Lo scorso ottobre ha compiuto 30 anni il capolavoro di Quentin Tarantino, Pulp Fiction. Oltre all’iconografico twist di Uma Thurman e John Travolta, un altro personaggio leggendario è quello interpretato da Harvey Keitel, che si presenta così: “Buongiorno, sono il signor Wolf. Risolvo problemi”.
Wolf può essere considerato un novello Aladino che, con la sua lampada magica, risolve situazioni complicate. Il 9 novembre si sono tenute a Bologna due manifestazioni di segno opposto. Da un lato, le destre radicali di CasaPound e Rete dei Patrioti, che hanno indetto l’evento “Riprendiamoci Bologna: contro degrado, spaccio e violenza”; dall’altro, un arcipelago di gruppi contrari al raduno delle destre.
Le due organizzazioni neofasciste, partendo da via Gramsci, sarebbero dovute arrivare in piazza XX Settembre, a soli 100 metri dalla stazione. Nonostante anche i bambini delle elementari sappiano della strage avvenuta alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980, il questore ha deciso di non modificare l’itinerario. Non è stato emesso alcun divieto alla manifestazione, una decisione che sarebbe potuta rientrare nel buon senso, ma si è scelto diversamente.
Sia chiaro: nessuna giustificazione per gli antagonisti che hanno cercato il contatto. Negli scontri tra polizia e collettivi antifascisti, tre agenti sono rimasti feriti. Tuttavia, è stato in quel momento che si è palesato il signor Wolf: il corteo neofascista è stato fermato prima di raggiungere piazza XX Settembre, contenendo così la violenza. Ma il Wolf di questa storia non ha le sembianze di Harvey Keitel: il suo volto è quello del questore Antonio Sbordone, che ha dichiarato:
“Esprimo il mio più profondo ringraziamento per la professionalità, l’equilibrio e il coraggio dimostrati oggi dalle forze di polizia, impegnate in un servizio di ordine pubblico difficile e particolarmente oneroso. Abbiamo gestito tre cortei, mossisi contemporaneamente per le vie del centro, e in contrapposizione tra loro. Abbiamo garantito a tutti il diritto di manifestare, primario compito di una polizia al servizio di uno Stato democratico. Siamo riusciti a farlo senza usare la forza, pur venendo aggrediti in modo particolarmente vile, vista la sproporzione numerica dei facinorosi rispetto agli agenti, che hanno subito il lancio di bottiglie, mazze e bombe carta.”
Un problema che non sarebbe esistito semplicemente cambiando percorso. Poi è arrivato un altro signor Wolf, questa volta con il volto del vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che ha immediatamente risolto il problema a modo suo:
“Zecche rosse, comunisti, delinquenti, criminali da centro sociale. Non lo so, definiteli come volete voi. Però quello che abbiamo visto ieri a Bologna e a Milano è qualcosa di indegno, di vergognoso, che non si deve più ripetere. Chiederò una ricognizione di tutti i centri sociali di sinistra occupati abusivamente, perché sono covi di delinquenti.”
Questi fatti raccontano che la “polpa scadente” è stata la pessima gestione della piazza e il pensiero del ministro del Ponte sullo Stretto, altro “problema” da 3,1 km da risolvere con 14,5 miliardi di euro. Ma questa è un’altra storia.