domenica, Settembre 8, 2024
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Macron e il funerale della democrazia parlamentare

Si può attaccare, dissentire, contestare, polemizzare, dietrologare, ma il fatto, ovvero ciò che è realmente accaduto e che nessuna “narrazione” può modificare, è che Jean Luc Melenchon e il Nuovo Fronte Popolare hanno vinto le elezioni in Francia otto settimane fa.

Il Nuovo Fronte Popolare (Nfp) è una coalizione formata, in vista delle elezioni anticipate indette dal Presidente della Francia Emmanuel Macron, da Partito Socialista, Partito Comunista, Place publique, gli Ecologisti, molti piccoli partiti e France Insoumise, che ha conquistato 180 seggi. La coalizione è arrivata prima ma non ha raccolto la maggioranza assoluta dei voti.

Seconda è arrivata la coalizione Ensemble di Macron, 150 seggi, un calo enorme rispetto ai 245 ottenuti nelle elezioni del 2022.

Terza con 140 seggi è arrivata l’estrema destra di Le Pen, ma dopo che al primo turno era sembrata la candidata più probabile a vincere le elezioni, convocate da Macron proprio pochi minuti dopo che Le Pen aveva stravinto le elezioni europee.

Le elezioni francesi di questa estate nascono esclusivamente per il tentativo di Macron di fermare Le Pen e i suoi camerati. In molti collegi elettorali i “macroniani” hanno fatto accordi di desistenza con la sinistra, pur di non lasciare neanche le briciole a Le Pen.

Il pericolo era talmente forte che per una volta la sinistra si è presentata elettoralmente unita, pur con molte anime diverse al suo interno. E ha vinto.

La France Insoumise, il partito di Melenchon, all’interno del Nuovo Fronte Popolare ha ottenuto 71 seggi su 150.

Quindi: una coalizione dichiaratamente, nettamente, esplicitamente antifascista e di sinistra, con una componente radicale al suo interno che è anche quella che da sola raccoglie quasi la metà dei voti, ha vinto le elezioni francesi del 2024.

Non importa quello che io, voi o chiunque possa pensare di France Insoumise e dei suoi programmi: hanno vinto le elezioni e, com’è normale in democrazia, chi vince le elezioni ha il diritto dovere di formare un nuovo governo.

Due mesi dopo quel risultato, che indicava chiaramente il vincitore, la Francia non ha ancora un nuovo governo. Il motivo è semplice.

“Marche du 23 septembre 2017 contre le Coup d’État social – Drapeaux France insoumise 08” by Tyseria is licensed under CC BY-SA 4.0.

Macron, in nome della “stabilità istituzionale”, ha rifiutato di dare l’incarico a Lucie Castets, la candidata indicata per formare il governo dal Nuovo Fronte Popolare. France Insoumise ha comunicato di voler presentare in Parlamento una mozione per la “destituzione” del presidente Macron.

Una mozione sacrosanta, vista la violazione palese della volontà degli elettori liberamente espressa con il voto.

I voti di France Insoumise sono stati decisivi per fermare Le Pen in nome della democrazia, ma, sempre in nome della democrazia, dice Macron, France Insoumise non può governare.

Un concetto che seppur accompagnato da ragionamenti non privi di senso, a cominciare dalla censura in parlamento che il governo guidato da France Insoumise riceverebbe da destra e centro, ribadisce un concetto ormai diventato estremamente chiaro nella testa degli elettori: il loro voto non conta niente.

Che le forze politiche boccino in parlamento un governo uscito dalla maggioranza relativa espressa con la scheda dai francesi è affare di chi lo boccerà, se ne prenderanno la responsabilità quando si voterà di nuovo.

Ma invocare la stabilità dopo che senza alcuna consultazione si è sciolto il governo formato pochi mesi prima per andare all’incognita delle elezioni, vionte soltanto grazie alla sinistra, non è soltanto bizzarro, è benzina per alimentare il fuoco del populismo che sembra destinato ogni giorno di più, grazie ai Macron, a scavalcare la democrazia parlamentare.

Macron in realtà vuole formare un governo senza France Insoumise ma con il resto del Nuovo Fronte Popolare che si allei con i centristi per ottenere la maggioranza in parlamento. Tecnicamente non si può definire un golpe ma è qualcosa che ci somiglia molto.

La responsabilità che si sta prendendo Macron travalica i confini della Francia. E’ il disperato tentativo di un’intera classe politica europea incarnata dal blocco popolar/socialista di salvaguardare se stessa e gli interessi che rappresenta.

Macron gioca con il fuoco perchè i francesi non sono mai stati a guardare passivamente alla politica e lo hanno dimostrato accorrendo in massa alle urne per fermare l’avvento al potere dell’ultima erede di Vichy.

E’ anche l’atto finale dello scollamento tra “elites” e “popolo” nella rappresentazione politica del parlamentarismo dal dopoguerra.

Nulla sarà difendibile dopo, le “chiamate alle armi” ai cittadini per salvare il paese dal pericolo fascista non avranno più valore, visto che a decidere, come dimostra proprio questo caso, è evidente che non sarà mai chi ha vinto le elezioni.

Forse la frattura definitiva con quel “senso di responsabilità” per il quale in tanti in Europa votano coalizioni improbabili, con dentro dal Gabibbo all’uomo con due teste, piuttosto che far vincere i fascisti.

La Francia, approfittando della crisi economica e politica della Germania, insegue come sempre il suo sogno di guidare quella parte del continente che sta dentro l’Unione Europea.

Qui però non si tratta di tentare una trazione per quantità produttiva o qualità innovativa, ma di sancire la rottura definitiva con il cittadino tramite il rinnegamento della democrazia stessa.

Questo ragionamento prescinde dalla legittimita o meno costituzionale di agire in questo modo da parte di Macron e da qualsiasi programma di governo possa avere France Insoumise.

Significa rinnegare ciò che resta di quel patto sociale che dalla seconda guerra mondiale in poi aveva visto in Europa le forze di centro e di sinistra, turandosi il naso, fare fronte comune dinanzi al fascismo.

In questo modo, Macron per meschini calcoli politici e personali, sta offrendo ai fascisti esattamente quello che volevano: il pretesto per dire che la democrazia è finita, che la democrazia è soltanto il governo delle elites alla faccia del popolo.

“Le Pen & Macron, French election posters 2017” by Lorie Shaull is licensed under CC BY-SA 2.0.
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