Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma e Carmela Pace, presidente dell’Unicef Italia hanno firmato un Protocollo di intesa della durata di 3 anni al fine di promuovere i diritti dei bambini, con particolare attenzione ai figli di genitori detenuti. La firma è avvenuta a Roma presso la sede del Garante Nazionale dei Diritti delle persone private della libertà personale.
“Con il Protocollo firmato oggi vogliamo dare particolare attenzione a tutti quei bambini figli di genitori detenuti che vivono in realtà difficili; insieme vogliamo promuovere i loro diritti e realizzare ambienti che siano a misura di bambino, utili al loro sviluppo- ha dichiarato Carmela Pace, presidente dell’Unicef Italia- Ringrazio il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, per questo impegno. Il nostro comune obiettivo è sensibilizzare la collettività e l’opinione pubblica sulla necessità che non vi siano ‘mai più bambini in carcere'”.
“Questo protocollo è un importante passo avanti soprattutto per la diffusione della cultura dei diritti umani e più in particolare sui diritti dei bambini- ha detto Mauro Palma, Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà- Il carcere non è un luogo dove crescere, ogni sforzo perché non vi siano bambini in carcere va nella giusta direzione”.
In particolare il protocollo prevede di:
- Realizzare iniziative di formazione destinate al personale dell’amministrazione penitenziaria, o, più in generale, a coloro che a vario titolo operano nel mondo carcerario, tese a promuovere la conoscenza della Convenzione dei Diritti ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nelle strutture penitenziarie dislocate sul territorio nazionale;
- Condividere modelli che consentano di evitare, quanto più possibile, la permanenza dei minorenni in carcere;
- Sollecitare l’ideazione e l’attivazione di percorsi di rieducazione e trattamento che tengano conto delle specifiche esigenze dei figli di minore età delle persone private della libertà personale, implementando buone prassi;
- Promuovere progetti di formazione e di percorsi di istruzione in tema di tutela dei diritti umani, con particolare attenzione ai diritti delle bambine, dei bambini e degli adolescenti;
- Individuare specifiche modalità di intervento per agevolare un sereno legame con il proprio genitore quando destinataria del provvedimento restrittivo della libertà personale è la madre di prole inferiore a 10 anni;
- Sensibilizzare la collettività rispetto alla cultura dei diritti di bambini, bambine e adolescenti, secondo la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, i quali non possono essere scalfiti per effetto della situazione di detenzione di un genitore, nella consapevolezza che l’inclusione a livello sociale dei genitori detenuti e/o dei loro figli durante e dopo il periodo di carcerazione costituisca un presupposto indispensabile per lo sviluppo sano delle relazioni sociali e familiari, nonché presidio fondamentale della legalità;
- Istituire momenti di riflessione e formazione sulle specificità dei percorsi di reinserimento o risocializzazione delle persone detenute con figli minorenni e l’allontanamento dal carcere delle donne detenute con figli al seguito.