La guerra nell’est della Repubblica Democratica del Congo continua a devastare la regione, con milioni di persone in fuga e il gruppo ribelle M23, sostenuto dal Ruanda, che consolida il controllo su ampie aree intorno a Goma.
Tra le fila dell’esercito congolese, però, spicca la presenza di figure insolite: istruttori militari stranieri, provenienti dall’Europa, con il compito di addestrare le forze governative.
Questa complessa realtà è stata svelata grazie a un’inchiesta finanziata dal programma Investigative Journalism for Europe (IJ4EU) e pubblicata da Die Tageszeitung (Taz), in collaborazione con Libération e PressOne.
Istruttori militari o mercenari?
I soldati congolesi ricevono addestramento in centri come quello allestito presso l’aeroporto di Goma, dove esperti rumeni e moldavi insegnano tecniche di tiro, primo soccorso e norme del diritto internazionale. Ma, secondo l’indagine, le attività di questi addestratori vanno oltre l’addestramento di base.
Numerosi rapporti e testimonianze suggeriscono che alcune di queste figure, legate a società di sicurezza private come Congo Protection e Agemira RDC, abbiano assunto ruoli operativi nelle battaglie contro i ribelli dell’M23.
Le attività degli istruttori, inizialmente discrete, sono diventate note nel gennaio 2023, quando una foto che ritraeva un ufficiale bianco armato vicino al fronte ha fatto il giro dei social media. Le prime speculazioni li avevano erroneamente identificati come membri del gruppo Wagner, ma successive verifiche hanno rivelato la loro provenienza dall’Europa orientale, principalmente Romania e Bulgaria.
Un legame tra politica e business
Dietro queste operazioni si cela una rete intricata di interessi. Horatiu Potra, veterano della Legione Straniera e a capo di una società di sicurezza rumena, è una delle figure chiave. Potra e altri collaboratori gestiscono attività che spaziano dall’addestramento militare alla protezione di infrastrutture strategiche.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, queste società avrebbero anche fornito consulenza per operazioni di artiglieria contro l’M23 e contribuito a missioni con droni.
I contratti sono stati facilitati da intermediari locali, come Patrick Bologna, console onorario dell’Ucraina in Congo, e società di sicurezza con legami controversi. Il Congo, che ha raddoppiato il budget per la difesa dal 2022 al 2023, ha cercato alleati ovunque per compensare la carenza di equipaggiamenti militari, aggravata dalla guerra in Ucraina.
Attori privati e zone grigie
L’inchiesta evidenzia come il coinvolgimento di istruttori stranieri sfumi spesso in attività mercenarie. I ruoli operativi sul campo di battaglia, come il controllo di droni in attacchi strategici, mettono in discussione il loro status di semplici istruttori.
La portata del loro coinvolgimento ha suscitato critiche sia dall’ONU che dall’Unione Europea, che condannano l’uso di mercenari. Tuttavia, gli attori privati presenti in Congo difendono il loro operato, sostenendo di agire per stabilizzare la regione e migliorare le capacità dell’esercito congolese.
Il contesto geopolitico
La situazione in Congo si inserisce in un quadro più ampio di tensioni internazionali. Mentre la Francia e altri Paesi occidentali monitorano le attività delle società di sicurezza private per evitare conflitti di interesse, gruppi come Wagner ampliano la loro presenza in Africa. Questo complesso intreccio di attori pubblici e privati sottolinea la difficoltà di distinguere tra sicurezza legittima e intervento mercenario.
Una guerra senza fine
L’est del Congo, devastato da decenni di conflitti, resta una zona contesa tra milizie locali, forze governative e attori stranieri. L’inchiesta pubblicata da Taz e cofinanziata dall’IJ4EU rivela una realtà in cui la guerra non è solo una questione militare, ma anche un business globale, con implicazioni che vanno ben oltre i confini del Paese.