venerdì, Giugno 2, 2023
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Migranti deportati in Ruanda, inizia a Londra il processo contro il governo britannico

Comincia oggi, davanti all’Alta Corte di Londra, una sfida legale al controverso piano del governo britannico di deportazione dei richiedenti asilo in Ruanda. L’azione é stata avviata da Detention Action, Care4Calais e altre “charities” britanniche, che sostengono che la decisione di deportare migliaia di richiedenti asilo viola i diritti umani di questi ultimi.

Il ministero degli interni britannico sosterrà, invece, che il Paese africano è una destinazione sicura. La decisione è attesa tra cinque giorni. Il programma era stato avviato dal governo britannico lo scorso aprile e prevedeva che il Paese africano avrebbe ospitato in cambio di denaro migliaia di richiedenti asilo non graditi al governo inglese per un periodo di tempo indefinite. Si parla di un accordo da 120 milioni di sterline, circa 140 milioni di euro

Il primo volo, con a bordo i migranti, avrebbe dovuto decollare lo scorso 14 giugno ma era stato fermato da una sentenza della Corte europea dei diritti umani che aveva deliberato che il governo britannico stava violando i diritti umani di un uomo iracheno che avrebbe corso “un vero rischio di danni irreversibili” se fosse stato mandato in Ruanda.

Le organizzazioni per i diritti umani sostengono invece che i ministri del Regno Unito che hanno appoggiato l’invio di richiedenti asilo in Ruanda su voli speciali organizzati ad hoc erano stati avvertiti dal loro stesso consigliere che il governo del Paese africano tortura e uccide gli oppositori politici.

Secondo la Bbc l’avvertimento era arrivato settimane prima che il governo britannico tentasse di inviare richiedenti asilo nella nazione africana. Il consigliere aveva espresso preoccupazione per il tono e l’accuratezza di una nota ufficiale sulla situazione dei diritti umani in Ruanda.

La stategia difensiva del governo è opporre un rifiuto alla richiesta di rendere noti molti dei commenti del consigliere, dichiarandoli “segreti”. In no di questi si legge: “Esistono strutture di controllo statale, sicurezza, sorveglianza dal livello nazionale in giù… l’opposizione politica non è tollerata e sono accettate detenzioni arbitrarie, torture e persino omicidi anche le modalità di applicazione del controllo”, recita uno dei documenti.

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