La Namibia si trova in un momento cruciale della sua storia politica ed economica. Più di 1,4 milioni di cittadini, circa la metà della popolazione, sono registrati per eleggere un nuovo presidente e rinnovare il Parlamento. Il voto arriva in un contesto di crescenti difficoltà economiche e di un malcontento sempre più evidente nei confronti del partito al potere, SWAPO, che governa ininterrottamente dalla fine dell’apartheid sudafricano nel 1990.
Un paese alla ricerca di stabilità
Netumbo Nandi-Ndaitwah, vicepresidente e candidata di SWAPO, sembra essere in testa secondo i primi risultati delle votazioni anticipate. Tuttavia, la sua posizione è minacciata dall’ex dentista Panduleni Itula, già rivale di SWAPO nel 2019 e ora candidato del partito Independent Patriots for Change. Per la prima volta nella storia della Namibia, si potrebbe arrivare a un ballottaggio qualora nessun candidato superasse il 50% dei voti.
SWAPO affronta un’opinione pubblica sempre più critica per l’incapacità di risolvere problemi strutturali come l’elevata disoccupazione, le disuguaglianze economiche e l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie. Il malcontento è particolarmente forte tra i giovani, che subiscono più di tutti le conseguenze della crisi economica.
Un paese segnato da disuguaglianze profonde
Nonostante una crescita economica del 4,2% nel 2023, trainata dall’industria mineraria e dagli investimenti nel petrolio, la Namibia rimane uno dei paesi più diseguali al mondo. Con un coefficiente di Gini di 59,1, la concentrazione della ricchezza è estremamente elevata. Secondo i dati della Banca Mondiale, il 15,6% della popolazione vive con meno di 2,15 dollari al giorno, mentre il 43,3% dei namibiani è considerato povero in termini multidimensionali, tenendo conto non solo del reddito ma anche dell’accesso ai servizi essenziali come istruzione e sanità.
Oltre il 33% della forza lavoro è disoccupata, un dato che cresce sensibilmente tra i giovani e nelle aree rurali, dove mancano infrastrutture e opportunità economiche. Questo contesto alimenta il risentimento verso un partito che molti considerano ormai distante dai bisogni della popolazione.
Le conseguenze della crisi climatica
Il quadro economico è ulteriormente aggravato dai cambiamenti climatici. La Namibia, uno dei paesi più aridi dell’Africa meridionale, ha subito quest’anno una grave siccità causata dal fenomeno di El Niño. La scarsità d’acqua ha colpito duramente l’agricoltura e la sicurezza alimentare, costringendo le autorità a prendere misure drastiche come l’abbattimento di centinaia di animali selvatici per nutrire le popolazioni affamate.
Questi problemi strutturali si sommano alla vulnerabilità di un paese con una densità abitativa tra le più basse al mondo: poco più di 3 milioni di persone distribuite su un territorio vasto oltre il doppio della Germania. Le infrastrutture e i servizi pubblici, già insufficienti, faticano a raggiungere gran parte della popolazione.
Una popolazione giovane e insoddisfatta
La Namibia ha una popolazione prevalentemente giovane, e questo segmento è anche il più colpito dalla disoccupazione e dalle difficoltà economiche. Le opportunità di impiego sono scarse, anche per i laureati, e molti giovani non vedono prospettive future all’interno del Paese. Questo spiega l’aumento del sostegno a candidati e partiti alternativi come Panduleni Itula e gli Independent Patriots for Change.
Un voto carico di aspettative
Le elezioni di quest’anno rappresentano molto più di una semplice scelta politica. Sono un momento in cui il paese può decidere se continuare con un partito storico che ha guidato la lotta per l’indipendenza o dare fiducia a nuove forze politiche per affrontare problemi urgenti come povertà, disoccupazione e crisi climatica.
Il risultato delle urne sarà decisivo non solo per i leader politici, ma soprattutto per i milioni di namibiani che sperano in un futuro più stabile ed equo. Con l’attesa dei risultati entro il fine settimana, la Namibia si prepara a un possibile cambiamento che potrebbe ridefinire la sua traiettoria politica ed economica.