Ho fatto dei calcoli per il cenone di natale grazie ai buoni consigli dei giornali del gruppo Gedi. Massimo dieci persone, leggo su La Stampa, con due metri quadrati a testa. Per dieci fa 20 metri quadrati necessari solo per il tavolo, quindi presuppone una stanza di almeno 40 metri quadrati, in pratica la grandezza di un monolocale. Essendo un taglio di stanza che non tutti hanno ed essendo il natale di tutti, mi permetto allora di suggerire il cenone sotto casa. Non al ristorante, proprio sotto casa all’aperto. Vediamo i vantaggi. Intanto molti parenti non sopravviveranno, già dopo l’antipasto accuseranno malori. Poi, per quelli che insistono a sopravvivere, sarà più facile mascherare lo sparo con cui eliminarli con le prove per i botti di fine anno che già si sentono in giro. Però La Stampa gioca la carta dei consigli del “tecnico” e chiama a interpretare la tavola natalizia il direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Perchè non un virologo, vi chiederete voi, ma in realtà il messaggio è implicito: natale è il momento adatto per sistemare delle questioni rimaste irrisolte nel corso degli anni e vi servirà di più il traumatologo. Repubblica ci spiega invece come addobbare la tavola: “A destra del sottopiatto vanno i coltelli (con la lama verso il piatto) e i cucchiai. A sinistra vanno le forchette. Le posate si dispongono sempre in modo che siano utilizzate in sequenza, partendo dall’esterno e procedendo verso l’interno”. Quindi non fate i soliti approssimativi, mi raccomando, usate prima la forchetta come ne Il Padrino per immobilizzare la mano del dirimpettaio e solo dopo il coltello per infilzarlo, altrimenti è maleducazione. Chiude Donna Moderna, venduta dal gruppo Gedi ma ancora fresca di cultura agnellesca, ed è tassativa su un aspetto spesso trascurato: assolutamente No ai cappotti degli ospiti sul letto! Va detto che hanno pienamente ragione, nella confusione del mucchio potreste per errore rubare il bancomat vuoto del cugino sfigato anzichè la carta di credito di quello zio che ha una import export che nessuno sa esattamente cosa importa/esporta. Chiudiamo tornando a Repubblica che pochi giorni fa stabiliva: “Dopo anni di minimalismo la tavola delle feste riscopre l’opulenza decorativa. Per esorcizzare i tempi difficili la mise en place diventa scenografica”. Perciò non fate i soliti pidocchi, una mise en place non si nega a nessuno, potete risparmiare acquistando tutto presso la catena di negozi “Cose di altre case” lanciata di recente in tv da Frassica.
Spero di esservi stato utile con questa sintesi scarna ma essenziale di bon ton della tavola natalizia secondo il gruppo Gedi.