Nel 2022, la bilancia commerciale, gli scambi di merci, dell’UE ha registrato un ampio disavanzo di 432 miliardi di euro, raggiungendo il livello più basso dall’inizio delle serie temporali nel 2002.
Il deficit è dovuto, in particolare, a un forte aumento del valore delle importazioni di energia, iniziato verso la fine del 2021 e proseguito per gran parte del 2022, secondo Eurostat.
Anche nel 2022, spinte dall’aumento dei prezzi, le importazioni extra UE (+41 per cento) e le esportazioni (+18 per cento) hanno raggiunto i tassi di crescita anno su anno più elevati registrati negli ultimi dieci anni.
I dati mostrano che il mercato interno dell’UE è al centro degli scambi di merci dei paesi dell’UE, sebbene la proporzione dei flussi intra-UE ed extra-UE nel totale degli scambi di merci vari considerevolmente, riflettendo, in una certa misura, i legami storici e la posizione geografica.
Tra i membri dell’UE, la quota più alta di importazioni intra-UE è stata registrata in Lussemburgo (90% delle sue importazioni totali), mentre la quota più alta di esportazioni intra-UE è stata registrata in Cechia (82% delle sue esportazioni totali).
D’altra parte, la quota più bassa di importazioni intra-UE è stata registrata in Irlanda (35% delle sue importazioni totali), principalmente perché il suo principale partner commerciale è il Regno Unito. Inoltre, la quota più bassa di esportazioni intra-UE è stata segnalata a Cipro (26% delle sue esportazioni totali).
Nel 2022, i Paesi Bassi hanno importato un’ampia quota di merci da paesi extra-UE (solo il 39% delle sue importazioni erano intra-UE) e le hanno esportate all’interno dell’UE (il 71% delle sue esportazioni erano intra-UE).
