martedì, Dicembre 3, 2024
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New York: cantieri letali, tra fentanil e sfruttamento degli immigrati

I cantieri edili di New York sono lo specchio di una realtà dura e spesso invisibile, dove la fatica fisica si intreccia con condizioni di lavoro precarie e problemi sociali profondi. Il settore, che impiega circa 300.000 persone, tra cui un’alta percentuale di immigrati provenienti da paesi come Messico, Ecuador e Repubblica Dominicana, è segnato da alti rischi, bassi salari e una piaga crescente: l’abuso di oppioidi come il fentanil.

Vite a rischio nei cantieri
Il salario medio degli operai edili a New York si aggira sui 62.000 dollari annui, ma chi lavora senza documenti o contratto guadagna molto meno, spesso in nero. Per questi lavoratori, i diritti fondamentali come l’assicurazione sanitaria e la protezione sociale restano un miraggio. La mancanza di tutele espone gli operai a rischi elevati, sia sul piano fisico che mentale.

I cantieri sono ambienti estremamente pericolosi: il settore registra uno dei tassi più alti di incidenti sul lavoro negli Stati Uniti. Tuttavia, secondo l’Occupational Safety and Health Administration (OSHA), i lavoratori edili hanno 16 volte più probabilità di morire per overdose da oppioidi che per un incidente.

La piaga del fentanil
Il fentanil, oppioide sintetico 50 volte più potente dell’eroina, è al centro di un’epidemia che colpisce duramente i lavoratori edili. Questo narcotico è coinvolto nell’80% delle overdose mortali registrate a New York nel 2023. Per molti operai, spesso vittime di infortuni o dolori cronici, gli oppioidi rappresentano un modo per affrontare la fatica. Tuttavia, il loro uso incontrollato si trasforma rapidamente in dipendenza, con conseguenze letali.

Nei cantieri, il consumo di fentanil è ormai parte di una routine di sopravvivenza. La sostanza viene spesso mescolata ad altre droghe o alcol, aggravando i rischi. Secondo testimonianze dirette, molti lavoratori ne fanno uso per “resistere” alle condizioni estenuanti, senza sapere che il mix può essere fatale.

“Through the fence” by Ricky Leong is licensed under CC BY-NC-ND 2.0.

Immigrati: i più vulnerabili
Gli immigrati, che rappresentano il 40% della forza lavoro nei cantieri edili di New York, sono tra i più colpiti. Spesso privi di accesso a cure mediche o programmi di supporto psicologico, affrontano pressioni enormi legate alla precarietà lavorativa e alla paura delle deportazioni. Nei quartieri con una forte presenza di immigrati, come il Bronx, il tasso di morti per overdose è il più alto della città, con 78 decessi ogni 100.000 abitanti.

Una crisi invisibile
Nonostante il Dipartimento di Salute e Igiene Mentale di New York abbia riportato un lieve calo delle overdose nel 2023 (-1%), gli esperti denunciano un significativo “under-reporting” dei dati. Le morti per overdose restano sproporzionatamente elevate tra le comunità nere e latine, che costituiscono la maggioranza dei lavoratori immigrati.

Sindacati e associazioni chiedono azioni immediate per affrontare questa crisi. Tra le proposte principali ci sono: Formazione mirata nei corsi obbligatori OSHA per sensibilizzare i lavoratori sui rischi del fentanil; Accesso a programmi di salute mentale e servizi di riabilitazione per operai edili; Controlli più rigorosi sugli appaltatori per prevenire sfruttamento e lavoro nero.

Un grido di aiuto dai cantieri
Il settore edile di New York, che dovrebbe rappresentare una strada verso una vita migliore per tanti immigrati, è invece un luogo di vulnerabilità estrema. Tra l’epidemia di oppioidi, la precarietà lavorativa e i rischi quotidiani, le storie dei lavoratori edili raccontano di una battaglia per la sopravvivenza. È tempo di interventi concreti per salvare non solo la forza lavoro che costruisce la città, ma anche le vite che rischiano di essere spezzate per sempre.

“Rebuilding of the WTC site” by ajagendorf25 is licensed under CC BY-NC 2.0.

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